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Allenamento in carrozzina, poi Jannik va controvento

Altro grande gesto dell’azzurro che prova a giocare da seduto prima di battere O’Connell in due set

Allenamento in carrozzina, poi Jannik va controvento

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L’ultimo tassello che mancava a Jannik Sinner era quelli di carpire i segreti ad uno che ha vinto 8 Slam in singolare e 19 in doppio, giocando da seduto tra l’altro. Questo per raccontare la sua sete di conoscenza, visto che prima di un ottavo di finale in un Masters 1000 ha deciso di allenarsi con Alfie Hewitt, fuoriclasse del tennis in carrozzina, per capire un po’ come si fa.

Ormai insomma le vicende del fuoriclasse azzurro non stupiscono più nessuno, e quello che poi succede in campo è solo la conseguenza di una mente così libera da assimilare nuove capacità per tradurle in successi. D’altronde la partita precedente con Griekspoor, acciuffata anche grazie alla pioggia, gli ha insegnato che non tutti i giorni sono uguali, e che è soprattutto nei giorni no che si vede il campione. Così, dopo l’intermezzo in wheelchair, si è passati alla sfida contro O’Connell, l’australiano che aveva smesso di giocare per vari problemi (alla schiena, al tendine e per una polmonite) e che, dopo aver passato qualche anno a pulire barche col fratello («non facevo altro tutto il giorno»), è tornato giusto in tempo per battere Jannik nell’unico confronto fino a ieri (era il 2021). «Lui è uno che picchia duro e che si muove bene» aveva detto Sinner alla vigilia, e così è stato, visto che il match è partito subito con un break a suo sfavore e con l’avversario tremendamente in palla. Un inizio controvento, insomma, con le folate che rendono il dritto del favorito un’ipotesi e le risposte di O’Connell imprevedibili. Ci voleva pazienza, è così è stato: con qualche consiglio dall’angolo («segui a rete lo slice» ha suggerito coach Cahill) e un po’ variazioni per arginare i colpi piatti del rivale, Jannik ha riacciuffato il set sul 4 pari per poi mettere il turbo. Nel secondo parziale infatti O’Connell perde tutte le sue certezze e il vero momento thrilling è lo svenimento di uno spettatore, situazione che vede Sinner pure in versione porta ghiaccio. Poi il fenomeno rosso chiude 6-4, 6-3 («il vento mi ha dato fastidio, ma ho fatto le cose giuste»), in tempo per andarsi a vedere Musetti-Alcaraz, partito in ritardo sul Centrale per colpa del giudice di linea elettronico andato in tilt. Con Jannik nei quarti non ci sarà però purtroppo il derby: Matteo Arnaldi aveva intanto già perso con un doppio 6-3 con il ceco Machac, perché dopo aver raggiunto i primi ottavi di un torneo top è normale avere un calo di pressione. Succede anche ai grandi ed è successo in passato anche a Sinner.

La differenza sarà, appunto, trovare l’ultimo tassello.

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