
I punti chiave
Da oltre un anno Jannik Sinner è il numero uno del tennis mondiale e i risultati ottenuti a soli 23 anni sono sotto gli occhi di tutti con una crescita costante e inesorabile del suo gioco in tutti i suoi fondamentali. Chissà, però, in quale percentuale avrà inciso il "duro" giudizio di chi ha vinto più di tutti in questo sport, Novak Djokovic, che nel 2022 diede dei consigli molto importanti e "decisivi" al coach dell'altoatesino Darren Cahill.
I "consigli" a Sinner
Intervenuto al podcast dell'ex tennista Andy Roddyck, Cahill ha raccontato cosa gli disse il serbo al termine di una gara molto combattuta, ai quarti di finale di Wimbledon nel 2022, quando Novak rimontò due set a Jannik vincendo l'incontro al quinto. "Jannik colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione", disse il serbo al coach australiano spiegando in cosa, dal suo punto di vista, fosse assolutamente carente nell'italiano. "Ha cochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro il campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio, non fa male".
Cosa è cambiato
Insomma, senza peli sulla lingua, Djokovic diede un giudizio sicuramente duro ma certamente da parte di una persona che ha piene e complete competenze in ciò che dice. La "molla" scattò quando Cahill raccontò tutto a Sinner. "Djokovic non ci ha detto nulla che non sapevamo. Quando lo abbiamo raccontato a Jannik, dicendogli che veniva da Novak, l’effetto è stato però completamente diverso", ha sottolineato il coach. Dopo una pausa di riflessione, l'attuale numero uno al mondo rispose che era pronto a cambiare.
Da quel momento in avanti, effettivamente, Sinner è cresciuto a vista d'occhio inanellando record e successi ma soprattutto cambiando gradualmente il suo modo di giocare come da "consigli" di Djokovic tant'é che oggi non ha praticamente punti deboli ed è oggettivamente migliorato in tantissimi fondamentali, dal servizio ai colpi con dritto e rovescio per non parlare delle palle corte.
Probabilmente le cose sarebbero andate ugualmente in questa direzione ma è chiaro che quando certe riflessioni provengono da un rivale più forte che stimi e ammiri, come per Sinner è Djokovic, magari la "molla" mentale che fa fare un deciso passo in avanti scatta ancora più facilmente e velocemente.