
Sul campo è un momento magico per Flavio Cobolli, che quest'anno ha raggiunto per la prima volta in carriera il terzo turno del Torneo di Wimbledon dopo aver sconfitto in tre set il kazako Beibit Zhukayev prima e con lo stesso risultato anche l'inglese Jack Pinnington Jones.
Ciò nonostante, in questa edizione dei Championships il tennista fiorentino ha dovuto affrontare una serie di problematiche per quanto concerne il reperimento del giusto alloggio a Londra, come da lui stesso ammesso durante la conferenza stampa successiva alla vittoria nel secondo turno contro Pinnington Jones: "Sì, devo cambiare casa. La signora non ci ha rinnovato, che devo fare, cambiare casa a metà torneo?", ha scherzato Cobolli coi giornalisti che gli chiedevano informazioni sull'argomento.
Si tratta, in realtà, del secondo capitolo di un'Odissea che il tennista italiano aveva raccontato per la prima volta subito dopo la vittoria all'esordio contro Zhukayev, sconfitto con il risultato di 6-3 7-6 6-1. Le difficoltà a trovare la giusta soluzione abitativa nei giorni del prestigioso torneo erano diventate argomento di conversazione in conferenza stampa, dal momento che Cobolli si era lamentato di non avere a propria disposizione l'aria condizionata all'interno della sua abitazione a Wimbledon, tanto da aver avuto problemi a riposare in modo corretto e recuperare le giuste energie.
"Ho avuto una brutta esperienza nel dormire", aveva raccontato il tennista azzurro, "mi sono svegliato a mezzanotte dal caldo e mi sono messo sul divano, che era di pelle, fresco. Solo che ogni 20 minuti dovevo cambiare posizione". "A un certo punto mi sono messo 5 minuti nel frigo. Lo aprivo, mi rinfrescavo un po' lì davanti", aveva aggiunto. Oltre il danno la beffa, dal momento che ora Cobolli e il suo team sono stati sfrattati dalla proprietaria di casa e devono trovare una nuova sistemazione nel bel mezzo dei Championships.
Ma perché non optare invece per una stanza di albergo? È il tennista italiano a spiegarlo ai giornalisti, parlando della grande distanza tra Wimbledon e il centro della capitale:"Qua sono lontani", ha raccontato, "sono andato a cena a Chelsea ci ho messo un'ora e venti.
L'albergo è l'ultima spiaggia". Ora testa al terzo turno, dove Cobolli dovrà vedersela contro il ceco Jakub Menšík: dovesse andar bene probabilmente bisognerà urgentemente trovare una soluzione più stabile e comoda.