Tenta di far saltare un bancomat: rapinatore ucciso dall’esplosione

È finita nel peggiore dei modi la trasferta milanese di un navigato rapinatore, specializzato in razzie ai bancomat. L’ultimo colpo infatti è finito tragicamente: il bandito infatti è saltato in aria con tutto lo sportello. I suoi complici, vedendo che per lui non c’era più nulla da fare, sono fuggiti, anche se i carabinieri sperano di riuscire a identificarli, magari cercando tra le sue solite «amicizie».
Non era uno stinco di santo comunque Antonio Orlando, nato 50 anni fa a Potenza ma trasferitosi a Granarolo Dell’Emilia, ricco comune di oltre 10mila abitanti a una dozzina di chilometri a nord di Bologna, dove viveva con la moglie. Il suo curriculun infatti è piuttosto lungo: furti, rapine, armi, persino un tentato omicidio, a testimonianza di un carattere piuttosto violento.
Negli anni ’90 si era specializzato nei colpi al bancomat, e per questo nel 1999 era stato arrestato con l’intera sua banda, beccandosi anche l’aggravante dell’associazione per delinquere e nel 2005. Incidenti di percorso che non gli avevano certo fatto cambiare «ramo di attività». Assaltare bancomat infatti è piuttosto redditizio perché significa mettere le mani su un piccolo tesoro che può oscillare da un minimo di 50mila euro fino a oltre 100mila, se è appena caricato. Non a caso i colpi avvengono il venerdì sera, quando sportello deve funzionare per due giorni di fila. Un ottimo rapporto costi-benefici se si calcola che una ben più rischiosa rapina, anche in termini di anni di galera, può fruttare al massimo diecimila euro. La tecnica poi è piuttosto semplice: con un cannuccia si pompa acetilene nel bancomat fino a saturarlo, poi si infilano due cavi elettrici collegati a una batteria e quindi si fa scoccare la scintilla. Lo scoppio sventra il forziere, anche se può causare danni piuttosto rilevanti, arrivando a compromettere la stabilità dell’intero edificio, mettendo a rischio l’incolumità dei residenti e anche di ignari passanti.
Ma questa volta ad andarci di mezzo è stato lo stesso ladro, arrivato con ogni probabilità con altri due o tre complici a Pero per attaccare lo sportello della Banca Popolare di Milano, sulla strada statale del Sempione al 108. I malviventi, entrati in azione vero le 2.30, hanno agito senza fretta. Hanno seguito le solite procedure ma al momento di far detonare il gas, qualcosa è andato storto. L’acetilene è infatti un gas che va maneggiato con grande attenzione: può esplodere anche con inneschi minimi e ha una temperatura di autoaccensione attorno ai 20 gradi. Difatti appena dato il contatto una spaventosa esplosione ha tirato giù dal letto l’intero quartiere. Quando sul posto sono intervenute le ambulanze del 118 e i carabinieri della compagnia di Rho, diretti dal capitano Luca Necci, hanno trovato il corpo dell’uomo a terra, con il volto e una mano dilaniati, già morto.

Orlando aveva agito a volto scoperto, come probabilmente anche i complici, contando sul fatto che, pur ripreso dalle telecamere non sarebbe stato riconosciuti dagli investigatori del luogo. Precauzione inutile visto l’epilogo dell’ultimo assalto.

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