Tenta il suicidio: la metro si ferma ancora

Altre 2 intrusioni nell’ultima settimana nonostante le telecamere

Pensare che a sentire i dati diffusi solo un paio di giorni fa dall’Authority sui servizi del Comune, la metropolitana romana, vale a dire quelle due linee appena, tracciate sulla mappa dei trasporti pubblici di una capitale europea da tre milioni di abitanti e 1285 kmq, è da considerarsi «sicura» e tutto sommato «efficiente». Sì, insomma, tutto sommato ai romani poteva andare peggio.
Non contano i guasti continui, i cali di tensione, gli stop giornalieri, gli incidenti (del 17 ottobre scorso lo scontro fra i due nuovi treni Caf con centinaia di feriti, costato la vita a una ricercatrice universitaria di trent’anni)... Se poi si sta anche stretti come sardine, se si aspettano i treni in banchine affollate all’inverosimile, se si trovano scale mobili mezze rotte e cigolanti, se i borseggi sono all’ordine del giorno, no problem: sul metrò si può stare sicuri. Il dossier parla chiaro: a sorvegliare ci sono gli occhi elettronici delle telecamere.
Occhi che ieri non sono riusciti a impedire l’ennesimo tentativo di suicidio nei binari della tube capitolina. Alle 13 i convogli del metrò diretti al terminal Anagnina sono stati costretti a interrompere la loro corsa ad «Arco di Travertino»: un extracomunitario di cinquant’anni, infatti, si è gettato sui binari ed è stato travolto alla stazione di «Numidio Quadrato». L’uomo, soccorso dai vigili del fuoco, è stato trasportato in ambulanza all’ospedale San Giovanni e le sue condizioni restano disperate. La paura, poi il dramma, quindi i disagi. Scene «ordinarie» di metrò targato Spqr. Il servizio è ripreso solo alle 14,50.
Qualche giorno fa una donna s’era suicidata nella galleria della «A» tra Lepanto e Ottaviano. Mercoledì ancora un guaio per una donna che camminava lungo i binari della «B» tra Cavour e Colosseo.

Il 5 gennaio la metropolitana s’era bloccata ancora per l’incendio di un materasso su cui dormiva un clochard. Insomma: si può stare davvero sicuri sotto il metrò? Qual è il reale livello di sorveglianza di stazioni e gallerie?
alemarani@tiscali.it

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