Cronaca locale

Tenta di violentare una studentessa Arrestato marocchino

L’altro giorno, verso le quattro del pomeriggio, una ragazzina pedala sulla sua bicicletta in una via di Seveso. Ha appena lasciato le amiche e sta raggiungendo casa. Ormai è vicina. Sulla corsia opposta arriva un’utilitaria. Al volante c’è un marocchino di 30 anni. A gennaio era già stato arrestato dai carabinieri per inosservanza all’ordine d’espulsione. È in giro. Punta subito gli occhi sulla studentessa. Lei è una bella ragazzina, il visetto pulito di un’adolescente. L’extracomunitario la vede. Di scatto inverte il senso di marcia e insegue Laura per un centinaio di metri. Poi, quando s’accorge che in giro non ci sono occhi di curiosi e ai lati della strada si estende la campagna, decide di passare ai fatti. Scende dall’auto e la blocca. Laura è sconvolta, eppure trova il coraggio per reagire. L’uomo la tocca, le abbassa la cerniera dei pantaloni e prova a trascinarla verso il prato. Deve soddisfare i suoi sporchi desideri. Non riesce. La studentessa sgomita con tutte le forze che ha in corpo. Piange, è disperata, ma alla fine si libera dalla morsa dell’aggressore. Corre a perdifiato fino a casa e racconta tutto a mamma e papà. I genitori vogliono capire bene. Ci vuole poco. Quindi, partono verso la caserma dei carabinieri di Seregno. Laura parla a stento per via del pudore e della paura che le strozzano la gola. Il maresciallo scrive tutto sul verbale. In ogni caso, riesce a descrivere il bruto. Forse lo identifica attraverso una foto segnaletica. È lui. I militari del tenente Francesco Provenza, per raccogliere prove ed intuire la verità, non perdono tempo. Perché, quando scorrazza in zona un violentatore e le ragazze sono in pericolo anche i minuti sono importanti. Questi rovinano gli anni più belli delle giovanissime. Bisogna fermarli. Le auto con i lampeggianti blu dell’Arma setacciano la zona. Si mobilitano decine di militari. Il marocchino, un losco personaggio in cerca di sensazioni forti, costasse quel che costasse è intercettato in via Isonzo alla frazione Barruccana, sempre a Seveso. È fatta. Allunga i polsi per le manette. Dopo una notte passata in cella di sicurezza il provvedimento del magistrato lo ha spedito in carcere a Monza. «Deve essere immediatamente processato e condannato - commenta Roberto Alboni, sevesino e vice capo gruppo in Regione del Pdl -. Serve una pena esemplare da scontare tutta. Basta con la tolleranza.

Poi deve essere espulso».

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