MilanoLa prima mossa è stata afferrare il polso delluomo e torcerlo fino a fargli cadere il coltello. Poi presa al braccio, leva con il bacino per la più classica delle tecniche di proiezione che lo fanno finire a terra. Ippon e vittoria. Ma la judoka ha preferito non aspettare applausi e trofeo, ha lasciato rapidamente il luogo dello scontro e si è rifugiata in casa, chiamando i carabinieri a cui ha lasciato il compito di chiudere lincontro. Non ci trovavamo infatti su un tatami, il ring delle arti marziali giapponesi, ma a casa del vicino singalese che aveva cercato di violentare la donna. Purtroppo per lui, cintura nera di judo.
Laltra sera sul tardi, saranno state le 11 passate, una signora filippina di 61 anni fa ritorno nella sua casa di via Ippodromo, nei pressi dello stadio, che dive con due connazionali, un uomo di 44 anni e una donna di 53, entrambi domestici, tutti regolari. Ha appena finito il suo turno di lavoro di infermiera ed è piuttosto stanca. Sale sospirando le scale quando improvvisamente sul pianerottolo compare il singalese, come vengono chiamati gli abitanti dellisola Sri Lanka, un tempo Ceylon. Ha 41 anni, permesso di soggiorno e fa anche lui il domestico. Solo che laltra sera è un po fuori di giri. Anzi completamente ubriaco. Infatti compare alla donna in mutande e con un coltellino in mano.
Il singalese afferra linfermiera per un braccio e la trascina in casa. Non è quel che si dice un pezzo duomo, ma è pur vero che anche i filippini non passano per dei giganti. Insomma un confronto tra pesi piuma. Luomo palesa le sue intenzioni, non che ci volesse molto, convinto di aver ragione della donna con le buone o con le cattive. Ma non ha fatto i conti con la passione della vittima per le arti marziali. Così linfermiera con due colpi ben assestati prima disarma il maniaco poi lo manda a gambe allaria. Quindi si precipita dagli amici che chiamano il 112. I carabinieri bussano dal domestico che, ancora sbronzo fa lo gnorri, ma ha scordato al porta aperta. I militari entrano, lo trovano in tenuta adamitica e soprattutto ancora un bel po sconvolto. Farfuglia qualcosa «Non ho fatto nulla, sono a casa mia». Ma lepilogo ormai è chiaro: manette e rapida corsa fino a San Vittore, per smaltire sbornia e calmare i bollenti spiriti.
Vicenda conclusa nel migliore dei modi, con un grande spot per lo judo, tradizionale lotta giapponese che non prevede né armi né colpi mortali con mani e piedi. Ma solo controllo della mente. Non a caso la parola tradotta in italiano suona grosso modo come «Via delle cedevolezza» e prevede di usare la forza dellavversario a proprio vantaggio. Ideale per le donne.
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