da Milano
A ben pensarci si può dire così: ieri sera Teo Teocoli è andato a Che Tempo che fa, ha parlato con Fazio ma ha risposto a Del Noce. Largomento è facile da intuire: lo show, anzi il one man show su Raiuno che il comico si è visto cancellare a mezzo stampa senza neppure, come ha ricordato anche ieri sera, «ricevere una lettera ufficiale». In una intervista, il direttore Fabrizio Del Noce ha recentemente ammesso di avere un cattivo carattere, tanto più che «quando si lavora, è normale, si discute». E Del Noce ha confessato di discutere persino con il celestiale Agostino Saccà. Ma poi «siamo persone intelligenti e facciamo pace». E così, tra il serio e il (molto) faceto, ieri sera Teocoli ha fatto il mattatore (daltronde in ventimila sono appena andati ad applaudirlo a teatro) e poi ha chiosato questa intervista. Abbronzatissimo, in maglietta nera aderente, anzi «vestito come Diabolik» ha detto Fazio, ha fatto un rapidissimo giro dorizzonte a suon di battute e poi ha puntato in area. Ha dribblato Fazio, che gli parlava della sua carriera «simpaticamente costellata di colpi di teatro», ed è andato al sodo: «Non si sa ancora se lo show si farà o no. Non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, tanto è vero che provo gli sketch a casa da solo». Forse, ha incalzato, «Del Noce ha unantipatia viscerale nei miei confronti perché durante le riunioni mi è scappata qualche imitazione di Celentano» (E guarda caso anche Celentano è andato a trovare Fazio. Casualità?). Però, e questo è stato il colpo dartista di Teocoli, «se devo essere onesto fino in fondo, neanche a me Del Noce è simpatico». Battuta riuscita, concetto chiaro: anche se litighiamo, caro direttore, lo show magari si può fare lo stesso.
Daltronde, tra alti e bassi, tra colpi darte e colpi di testa, Teocoli è uno degli ultimi grandi entertainer della televisione italiana, alla disperata ricerca di trovare un mattatore convincente per la prima serata, cioè una sorta di Jerry Lewis capace di catalizzare il grande interesse del pubblico ancora nel fienile della tivù generalista: anagraficamente sostenuto e culturalmente eterogeneo.
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