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Terra con la febbre? La causa è il Sole

Diciamo la verità: quella del riscaldamento globale (Rg) antropogenico è la più grande mistificazione degli ultimi 15 anni. Qui la parola chiave è «antropogenico»: il riscaldamento globale attuale è reale, nel senso che la temperatura media globale è, oggi, più elevata di quella di 200 anni fa. Ma l’uomo non c’entra.
L’attuale Rg cominciò nel XIX secolo e ha continuato sino al 1940, quando l’industrializzazione era ancora nella sua infanzia e la popolazione mondiale un terzo dell’odierna. Dal 1940 al 1975, invece, in pieno boom economico e demografico, la temperatura scese (tanto da far temere, a metà degli anni Settanta, il rischio di un’imminente era glaciale), ma riprese a salire in piena recessione economica. Insomma, l’attuale Rg è occorso in tempi incompatibili con la teoria della sua causa antropica. Ma è occorso anche in luoghi incompatibili con quella teoria: se il riscaldamento a terra fosse dovuto all’aumento di gas serra in atmosfera, allora, per il meccanismo stesso dell’effetto serra, se ne dovrebbe osservare uno ancora maggiore ad alcuni chilometri sopra le nostre teste, cosa che né palloni sonda né satelliti hanno mai registrato.
Se andiamo indietro nel tempo, il pianeta patì una piccola era glaciale tra il 1400 e il 1700: dipinti dell’epoca testimoniano la Laguna di Venezia e il Tamigi ghiacciati, usati come piste di pattinaggio e attraversati dai carri. E tra il 1100 e il 1300 ci fu quel che i climatologi chiamano periodo caldo medioevale, con temperature di 2-3 gradi superiori a quelle odierne, quando, racconta Chaucer, fiorivano i vigneti anche nel Nord dell’Inghilterra. Andando ancora indietro nel tempo, nell’Età del bronzo vi fu quel che i geologi chiamano massimo Olocenico: temperature per oltre due millenni di molto superiori alle odierne. Eppure gli orsi polari sopravvissero, mentre oggi ci si preoccupa della loro estinzione, mentre la loro popolazione è più numerosa che nel secolo scorso.
La teoria antropica dell’Rg attuale viene basata tutta su due fatti, entrambi veri: la Co2 è un gas-serra e, secondo le misure eseguite sui ghiacciai polari, si osserva correlazione tra le variazioni di concentrazione di Co2 occorse nel passato e le variazioni di temperatura. Innanzitutto, «correlazione» non significa «relazione di causa-effetto». Per intenderci: esiste una forte correlazione tra il canto del gallo e il sorgere del sole, ma questo non sorge perché il gallo ha cantato.
Più precisamente, le analisi sui ghiacciai polari dimostrano, in modo inequivocabile, che la correlazione esiste, ma nella direzione opposta: ogni aumento (diminuzione) di concentrazione di CO2 ha seguito e non preceduto il corrispondente aumento (diminuzione) di temperatura, con sfasamenti anche di 800 anni: l’aumento di Co2 non può essere stato causa del riscaldamento ma, semmai, il riscaldamento fu causa dell’aumento di Co2.
Ma da dove verrebbe la Co2 e, soprattutto, da dove verrebbe il riscaldamento? La risposta alla prima domanda è facile: i più potenti emettitori sono gli oceani, enormi serbatoi di Co2 in essi disciolta (di fatto, una buona metà delle emissioni antropiche è dagli oceani assorbita) e pronta a essere immessa in atmosfera non appena la temperatura superficiale delle acque aumenta. Quanto alla seconda domanda, bisogna innanzitutto considerare che tutte le attività umane sono un nonnulla rispetto alloattività di quel gigante, lassù nel cielo, che è il nostro sole. Le macchie solari sono intensi campi magnetici che appaiono durante periodi d’elevata attività solare.

Ma per secoli e da molto prima che se ne conoscesse l’origine, gli astronomi ne hanno registrato il numero, e dai dati raccolti si può notare che nel periodo della piccola era glaciale vi fu una drastica riduzione nel numero delle macchie solari (minimo di Maunder, dal nome dell’astronomo inglese che osservò la circostanza).

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