Ischia (Napoli) Il nero va di moda allIschia Global Fest. Cè Danny Glover della serie Arma letale, cè Angela Bassett di Notorius B.I.G, storia del famoso rapper. E poi cè lui, Terrence Howard, tra i protagonisti di Crash, che tre sere fa qui ha presentato in anteprima nazionale il violento film di Dito Montiel Fighting, storia di un truffatore che con un compare organizza incontri clandestini di lotta a new York. «Con Dito cè stata subito sintonia - spiega Howard -; prima di iniziare le riprese mi ha suggerito di immergermi nel personaggio totalmente, di immaginare le esperienze cha avevo vissuto e di portare sullo schermo la rabbia che ho dentro». Perché la prima parte della vita di Howard è stata tutto tranne che tranquilla. Nato a Chicago 40 anni fa, vissuto a Cleveland, Howard è cresciuto senza padre, sbattuto in galera per diversi anni a causa di un omicidio accidentale. Terrence subisce il colpo. A 16 anni va via di casa, a 18 è a New York, a 20 rischia di chiudere la sua carriera dattore dopo una furiosa litigata con il regista della serie tv I Robinson.
Poi il «war machine» di Iron Man inizia a fare sul serio, interpretando oltre a Crash, Quattro fratelli, Il buio dell'anima e Il colore della musica con il quale ottiene una nomination alloscar. In mezzo infila anche una laurea in ingegneria: « La mia è una vita esagerata - ammette Terrence con lo sguardo da buono - eppure non so ancora come comportarmi. Quando giri per strada se non sei arrogante passi per un bravo ragazzo insicuro. Per fortuna la recitazione, lunico mestiere che so fare, mi sta aiutando ad avere più fiducia in me stesso». Sposato, separato e risposato con la stessa donna, due figli, Terrence Howard sta per uscire con un nuovo film, Red Tales, prodotto da George Lucas: «La storia di alcuni top gun di colore, ambientata durante la seconda guerra mondiale», dice Howard. E presto dovremmo vederlo in un ruolo completamente diverso, nei panni di Marvin Gaye, uno dei più grandi cantanti di colore della storia, ammazzato dal padre nel 1984: «Cameron Crow, il regista, contattandomi mi ha detto: solo tu, con la tua personalità fatta di mille sfaccettature, potresti impersonarlo. Se il film si realizzerà, sono pronto, lidea mi sembra davvero fantastica: raccontare la vita dellartista più importante della Motown, lautore di uno dei brani che hanno accompagnato la mia adolescenza: Sexual Healing. Anche Marvin Gaye aveva un carattere forte, irascibile. Ai discografici della Motown cercava di imporre le sue idee innovative. Ci litigava anche, pur di lasciare a briglia sciolta la creatività. Sento di somigliargli molto».
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