«Meglio prevenire che curare». Almeno secondo il consigliere comunale di An, Marco Visconti. «Dopo la scoperta della scuola del terrore a Perugia - spiega Visconti - e del sequestro di sostanze chimiche nella casa dellImam perugino che potevano essere utilizzate per avvelenare le acque, è giusto chiedere sicurezza per tutti gli invasi idrici e le centrali elettriche». Non è una novità infatti, che gli acquedotti fossero classificati tra gli obiettivi a rischio attacchi terroristici già durante gli «anni di piombo». Da allora le misure di sicurezza sono aumentate. «Vogliamo essere sicuri del perfetto funzionamento dei meccanismi anti-intrusione negli acquedotti - continua Visconti -. È importante che la manutenzione degli impianti elettrici sia costante». E in tal senso lesponente di An ha presentato al sindaco capitolino Veltroni e uninterrogazione scritta.
Attualmente gli acquedotti che forniscono lacqua alla Capitale sono sorvegliati dal personale dellAcea, monitorati dalle telecamere a circuito chiuso e piantonati dalle forze dellordine. Esiste anche un sistema di rilevamento delle sostanze nocive che blocca il flusso idrico.
«Terrorismo, più controlli negli acquedotti»
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