Terrorismo, viale Jenner non molla l’imam condannato

Un serrato confronto tra le diverse «anime» della moschea di viale Jenner: così si è arrivati alla decisione di sostituire Abu Imad, da quindici anni guida spirituale della comunità islamica milanese, colpito da una condanna a 3 anni e otto mesi di carcere per terrorismo. Nel giro di pochi mesi la condanna di Abu Imad potrebbe divenire definitiva, e a quel punto l’imam finirebbe in carcere a espiare. Si tratta dunque, in realtà, di un avvicendamento obbligato. Ma è possibile che la comunità abbia voluto anche dare un messaggio di rinnovamento.
Per capire in quale direzione si vada, se verso una guida più moderata o più radicale, si dovrà attendere l’annuncio del nome. Per ora i vertici si limitano ad assicurare che il nuovo imam sarà un giovane predicatore che non è mai stato in Italia, che ha sempre vissuto in Egitto e che è regolarmente riconosciuto nel suo paese. Ma non si dice nulla sull’orientamento politico-religioso del candidato prescelto.


Intanto, le indagini sull’attentato alla caserma Perrucchetti confermano i legami tra il «martire suicida» Mohamed Game (che secondo i giudici del Riesame ha un «buon livello di organizzazione e competenze tecniche assai specifiche nel confezionare gli ordigni») e ambienti della moschea. Tanto che il vicesindaco De Corato chiede al governo di espellere l’imam Abu Imad dall’Italia senza attendere la sentenza definitiva.

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