Charlie Hebdo, il Bataclan e la stagione del terrore nel decennio dell'Isis

Dal 2014, con la nascita del Califfato, l’Isis ha colpito l’Europa con 380 vittime e oltre 1300 feriti. Dalla Siria al Sahel, il jihad si è trasformato, ma la minaccia resta viva anche per l’Europa distratta

Charlie Hebdo, il Bataclan e la stagione del terrore nel decennio dell'Isis
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È il 29 giugno del 2014. La moschea di Mosul è gremita di persone. A un certo punto appare Abū Bakr al-Baghdādī e parla ai fedeli con un annuncio: nasce il nuovo Califfato islamico, una "nuova era" in cui condurre una guerra santa che unisca tutti i musulmani. Per il Medio Oriente si tratta di uno dei momenti più oscuri della sua storia: uno "stato" terrorista che occupa buona parte di Siria e Iraq, dimora di tagliagole ed estremisti islamici.

Abu Bakr al-Baghdadi modul
L'intervento di Abu Bakr al-Baghdadi a Mosul nel 2014

L'inizio: attacco a Charlie Hebdo

Per l'Europa è la certificazione di un fallimento, un decennio dopo l'inizio della guerra al terrore iniziata dopo gli attacchi dell'11 settembre. Ma soprattutto di un sinistro avvertimento: nessuno è al sicuro. Passano 222 giorni e il terrore arriva anche nel Vecchio Continente: un commando composto dai fratelli Saïd e Chérif Kouachi e Amedy Coulibaly fa irruzione nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi e spara. Muoiono 17 persone, mentre i feriti sono 22. La fazione yemenita di Al-Qāida rivendica il blitz, ma da quel momento il terrorismo trova casa in Francia e in Europa.

Il massacro: attacco a Parigi

Passano altri 310 giorni e nella capitale francese torna il terrore: alle 21:20 inizia l'inferno. Gli attacchi sono multipli e portano il terrore in varie zone della città: è il caos. Il più sanguinoso però scatta alle 21:50 in una sala da ballo, il Bataclan, dove si sta esibendo il gruppo metal Eagles of Death Metal. Un commando composto da Ismaël Omar Mostefaï, Samy Amimour e Foued Mohamed-Aggad entra e inizia a sparare falciando la gente: è un massacro. Molti scappano, altri vengono presi in ostaggio. Alle 22:09 arrivano le prime squadre speciali e inizia l'assedio. Poco dopo mezzanotte le forze francesi fanno irruzione e nello scontro a fuoco gli attentatori muoiono. Alla fine il bilancio è pesantissimo: al Bataclan i morti sono 90, mentre gli altri sono distribuiti in altri attacchi condotti nella capitale. I morti alla fine sono 130, con 416 feriti.

La stagione del terrore

Dopo il Bataclan, l'Isis spunta ovunque. In 10 anni le vittime dei terroristi delle bandiere nere in Europa sono 380, i feriti oltre 1300. Quasi nessuno è immune in Europa: dopo Parigi è il turno del Belgio, con l'attacco all'aeroporto e alla metro di Bruxelles, poi di nuovo la Francia, con il violento attacco di Nizza nel 2016: oltre 85 morti. Tra il 2016 e 2017 gli attacchi dell'Isis toccano l'apice in Europa: sono 7 nel 2015, 11 nel 2016 e 2017.

La furia dell'Isis, nutrita dai proseliti nelle periferie islamizzate dei grandi centri nord-europei, si allarga. Nessuno è al sicuro e qualsiasi cosa diventa un'arma. Furgoni o auto, come le stragi ai mercatini di Natale di Berlino nel 2016 o la Rambla affollata di Barcellona nel 2017. Ma anche kamikaze come chi si è fatto esplodere al concerto di Ariana Grande a Manchester sempre nel 2017. Sono anche gli anni del grande movimento dei foreign fighters che dalle periferie europee confluiscono verso Siria e Libano, in particolare da Regno Unito, Francia, Belgio e Germania.

combattenti isis

Proprio il 2017 è l'anno cardine: l'Isis perde terreno in Siria e Iraq, le offensive di Baghdad e delle forze curde riducono il territorio sotto il controllo delle bandiere nere, ma l'Europa deve ancora vedere la fine. Complessivamente la Francia resta il Paese più colpito con tredici attentati, seguita dal Belgio con sei e Germania con quattro. La guerra totale che il Califfato ha lanciato contro l'Europa e l'Occidente non risparmia nessun luogo: 11 attacchi contro luoghi pubblici, cinque contro commissariati, sei tra teatri, sale da concerti, bar o ristoranti e cinque nei luoghi di culto.

La nuova forma del terrore

A dieci anni dagli attacchi che hanno insanguinato Parigi, lo Stato islamico e il terrorismo hanno cambiato di nuovo forma. In Siria la guerra civile è finita poco meno di un anno fa, con il successo di una formazione derivata da varie trasformazioni di miliziani di Al Qaeda, ma ora riammessa nei circoli politici della comunità internazionale. Mentre invece tra le sabbie del Sahel, nel cuore del deserto del Sahara, i miliziani hanno proliferato.

Nella terra dei tre confini, tra Mali, Niger e Burkina Faso, formazioni di derivazione qaedista e islamista stanno via via acquistando sempre più potere. Lo stesso Mali rischia di cadere presto sotto il controllo di Jama'a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin (JNIM), così come in Burkina Faso dove le bande di gruppi terroristici controllano vaste porzioni del territorio.

L'Europa impegnata in focolai di crisi più "geopolitici" come la guerra in Ucraina e il conflitto a Gaza, ha modificato le sue risorse, ma il problema del radicalismo rimane, come dimostrano i rapporti sulle attività di Hamas in Europa.

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