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Furia pro pal e marxista sul caso Hannoun: "È repressione". Ecco la sigla che attacca l'Italia

Le dichiarazioni dell'organizzazione, considerata terroristica anche dall'Unione europea, sono state riprese dai Giovani Palestinesi d'Italia

Furia pro pal e marxista sul caso Hannoun: "È repressione". Ecco la sigla che attacca l'Italia
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La notizia dell'arresto di Mohammad Hannoun è rimbalzata in tutto il mondo e inevitabilmente è arrivata anche in Medio Oriente. I gruppi pro Palestina italiani, per ragioni attualmente non conosciute, hanno una grande eco mediatica da quelle parti, le manifestazioni sono attenzionate e vengono rilanciate con ampia frequenza sui social media più seguiti del Medioriente. Ma la ripresa dell'arresto di Hannoun dai media di quelle parti indica anche che l'operazione condotta dalla procura di Genova ha colpito nel segno: sarà il tribunale a stabilire eventuali responsabilità e profili di colpevolezza, domani il presidente dell'associazione dei palestinesi in Italia verrà ascoltato per l'interrogatorio di garanzia ma, intanto, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha rilasciato un comunicato relativo all'arresto, che è stato prontamente ripreso dai gruppi palestinesi, che in questi giorni sono particolarmente attivi per il supporto ad Hannoun, in particolare i Giovani Palestinesi d'Italia.

Per capire l'importanza di questo comunicato bisogna inquadrare il ruolo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, identificabile come il volto più ideologico e radicale della galassia palestinese. A differenza di Fatah (la fazione principale dell'OLP), che ha un'impronta nazionalista e laica, il FPLP ha adottato una dottrina marxista-leninista. Vede la lotta per la liberazione della Palestina non solo come un conflitto nazionale, ma come parte di una più ampia rivoluzione globale contro l'imperialismo e il capitalismo, il cui obiettivo è la creazione di uno Stato unico, laico e socialista su tutto il territorio della Palestina storica, annullando di fatto l'esistenza di Israele. Il FPLP è classificato come organizzazione terroristica dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti, dal Canada e da Israele, a causa degli attacchi contro civili e degli omicidi politici. Fatta questa premessa, l'inquadramento della ripresa dello "statement" del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina assume una certa importanza.

"La solidarietà con il nostro popolo non è terrorismo, e la repressione degli attivisti in Italia è un palese allineamento con la guerra di sterminio sionista Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina condanna con la massima fermezza la frenetica campagna repressiva condotta dalle autorità italiane all’alba di sabato, che ha preso di mira nove attivisti e quadri impegnati nella difesa della causa palestinese. Tale campagna ha incluso perquisizioni delle sedi di associazioni di solidarietà e il sequestro di beni e risorse finanziarie con il pretesto infondato del 'finanziamento del terrorismo'. Il Fronte ritiene che questa linea repressiva adottata dal governo di Giorgia Meloni rappresenti un palese allineamento con la guerra di sterminio sionista e una prova definitiva della totale subordinazione di Roma alle imposizioni dell’intelligence sionista", si legge nella ripresa dei Giovani Palestinesi d'Italia, effettuata in maniera letterale.

"Affermiamo che l’arresto degli attivisti solidali, basato su informazioni fornite dagli apparati di sicurezza sionisti, costituisce una grave violazione della sovranità italiana e la trasformazione della magistratura in uno strumento esecutivo al servizio dell’agenda dei criminali di guerra Netanyahu e Katz. I tentativi di criminalizzare il lavoro umanitario e solidale e di classificarlo come 'finanziamento di organizzazioni politiche' non sono altro che un’estensione della politica di affamare il nostro popolo, prosciugare le fonti di sostegno morale e materiale e intimidire i movimenti popolari in Europa per dissuaderli dal denunciare i crimini sionisti. Il Fronte rinnova la sua affermazione che la resistenza all’occupazione, in tutte le sue forme, è un diritto legittimo garantito dalle leggi e convenzioni internazionali, respingendo i tentativi del governo italiano e dell’Unione Europea di capovolgere i fatti etichettando la resistenza come “terrorismo”, mentre il vero terrorismo è quello praticato dall’esercito nemico attraverso massacri quotidiani con il sostegno e l’armamento americano e occidentale.

Invitiamo le comunità palestinesi e le forze progressiste in Europa a lanciare la più ampia campagna di solidarietà e ad intensificare l’azione popolare e legale per fare pressione sul governo italiano affinché rilasci gli attivisti e ponga fine a queste politiche schierate a favore dell’occupazione", è la parte finale del comunicato. È quanto meno preoccupante questo interessamento e, soprattutto, la ripresa da parte di un gruppo giovanile.

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