Cronaca locale

Terroristi, appuntamento nei bar dell’happy hour

Terroristi, appuntamento nei bar dell’happy hour

Li si poteva incontrare all’happy hour. Mescolati tra manager rampanti e orde di giovinastri, i terroristi della porta accanto, avevano eletto la più modaiola delle tendenze, l’aperitivo milanese, a momento cult per incontrarsi. La riunione del collettivo non si faceva in bui e clandestini scantinati, ma nel cuore di Brera tra bar scelti di volta in volta per le riunioni e selezionati dopo lunghi tragitti a piedi o in bicicletta e mille accorgimenti per non essere pedinati. La prima «ambientale», la Digos la piazza alla birreria Bounty di via Lulli, 30. Sono le dieci di sera e viene intercettato il primo incontro tra Claudio Latino e Massimiliano Gaeta.  Poi nelle settimane successive i due tornano a incontrarsi in luoghi sempre diversi.  Prima al centro sociale Ilic poi al Caffè del Baffo a Bresso, in piazza Italia.   Latino incontra anche Bruno Ghirardi, in un bar di via Volturno, 42, all'Isola: poco prima delle 19, per l'happy hour.  Sempre nell'orario d'aperitivo i due si incontrano all'Origami Cafè di piazza Caiazzo e al Carpe Diem di via Doria, il 24 novembre.  Luoghi che Ghirardi raggiunge con il suo scooter (un piaggio Mp3) da via Tortona 7 dove lavora.  Latino, invece, arriva sempre in bici o con i mezzi pubblici.  E ancora si incontrano al bar Honki Tonks di via Lomazzo e al Rambla di piazza Santissima Trinità. Ancora locali per gli incontri, il Momus di via Losanna, 26 (il 2 febbraio), l'Antica birreria di Porta Nuova, in via Solferino (il 9 febbraio), il bar Lorenz di piazza Gramsci (il 9 marzo) o il Caffè del Sole di via Foppa (il 17 marzo).  Incontri sempre all'ora dell'aperitivo, durante i quali gli indagati scelgono con cura il tavolino per garantirsi un'ampia visuale. Poi ci sono i Parchi, come il Solari, dove si incontrano aspettandosi sulle panchine, o ancora il Fontanili a Rho dove la banda aveva nascosto le armi.   E ancora la piazza del teatro Strehler, il cinema Anteo, il negozio di arredamento «Walter Cattaneo» a Porta Genova. I pedinamenti della Digos hanno messo a fuoco i punti caldi della città.  A partire dallo stabile di via Guglielmo Pepe 38, all'Isola dove la polizia trova volantini, una pistola giocattolo, apparecchiature elettroniche e una bicicletta modificata con una telecamera incorporata. È di fatto l'avvio dell'indagine.  Sempre in via Pepe 38 al piano terra vive Massimiliano Gaeta.   Claudio Latino, l'ideologo del gruppo, vive in via Palanzone 15, con Maria Zanin detta Fiorina, la compagna.  Bruno Ghirardi, invece, vive in via Varesina 70. Tra i luoghi frequentati non mancano i centri sociali Panetteria Okkupata di via Conte Rosso 20, La Fucina di Sesto e in particolare l'Ilic di viale Sarca 91, fondato dallo stesso Latino. Anche l'attività eversiva avrebbe dovuto avere Milano da sfondo.

  Appostamenti e sopralluoghi vengono fatti alla redazione di Libero in viale Majno, al Punto Marco Biagi di via Savona, sul Fiume Lambro per le sedi Mediaset e Sky, quello in via Rovani nei pressi di una delle abitazioni di Berlusconi, l'Eni a San Donato, e ancora l'abitazione del giuslavorista Pietro Ichino a Porta Genova, o quello errato in viale Monza 305 dove credevano abitasse un ex dirigente della Breda, in realtà un omonimo benzinaio. Alessandra Pasotti

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