A volte ritornano. Ed eccola nuovamente sulla ribalta politica cittadina per la terza candidatura nel giro di poco più di tre anni. E per la terza volta sotto una bandiera diversa: Susy De Martini, neuropsichiatra e docente universitaria, torna sulla scena e questa volta, un po a sorpresa, lo fa come candidata sindaco de La Destra di Francesco Storace che con le elezioni amministrative di primavera vuole raccogliere consensi in tutto il Nord Italia, zona dove la squadra degli ex An ha dimostrato fino ad ora meno consenso elettorale. «A Genova saremo una grande novità - promette lex ministro Storace -. Marta Vincenzi, dopo la sua sconfitta alle primarie, ha detto che nessuna grande città avrà più un sindaco donna, noi le rispondiamo: Genova avrà Susy De Martini». Una candidatura nata dopo un confronto di qualche settimana fatta con il segretario regionale del movimento Massimiliano Manni che ammette «lamore a prima vista» con il programma e le idee proposte dalla professoressa De Martini. Il partito è così convinto della scelta da mandare un ultimatum al Pdl ligure: «Diamo la possibilità al centrodestra di ragionare per qualche giorno per aggregarci sotto il nome che proponiamo, siamo aperti al confronto».
Confronto che non appare facile, addirittura quasi impossibile se si pensa alle polemiche feroci che seguirono la candidatura alle europee sotto il simbolo del Pdl da parte della De Martini che raccolse quasi ventimila preferenze ma rimase per un pelo fuori dallassise di Strasburgo. Difficoltà di dialogo alle quali vanno unite le dichiarazioni non propriamente dapertura rilasciate ieri dalla candidata della Destra: «Il problema di questa città è rappresentato dalloscura intesa tra Pd e Pdl sotto il simbolo del Pdp, partito del potere, che vede uniti da anni Claudio Scajola e Claudio Burlando nel patto dei due Claudio» accusa De Martini che, dopo essere stata candidata proprio da Scajola al Parlamento europeo, decise di correre alle ultimi elezioni regionali nella lista civica a sostegno di Claudio Burlando. «Fugii dal Pdl di Scajola e del bunga bunga e trovai casa nella coalizione di Burlando: ma una volta eletto, il governatore non si è più fatto sentire. Ero anche pronta a chiamare Chi lha visto?». E per spiegare la sua metamorfosi politica usa parole schiette: «Alle regionali dovevo scegliere tra la sedia elettrica e la ghigliottina e scelsi Burlando per alcune promesse sui programmi che avrei voluto presentare se fossi stata io la candidata ma che sono state puntualmente disattese». Poi laffondo sul principale avversario, quel Marco Doria che le appare tutto meno che il candidato degli «ultimi»: «Marco Doria è organico al potere, è nel consiglio di indirizzo della Compagnia di San Paolo, è stato consigliere comunale del Pci. Si tratta dellennesima controfigura che la sinistra propone per mantenere le sue rendite di potere.»
Un programma dettagliato quello presentato dalla Destra per il prossimo quinquennio della Superba basato sulla capacità di spendere i soldi pubblici per opere davvero utili alla città partendo dalla realizzazione di un deviatore per il torrente Bisagno che possa evitare alluvioni come quella dello scorso novembre; un parco urbano; quindi stop alla operazione Erzelli definita una speculazione: «Solo che il trasloco della facoltà di Ingegneria su quella collina costerà almeno 20 milioni di euro, uno scempio che va fermato.
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