«Faremo unopposizione rigorosa e attenta ai bisogni dei milanesi». Il consigliere finiano Manfredi Palmeri un mese e mezzo fa commentava con un pò di imbarazzo la nascita della nuova giunta comunale. Sulla poltrona al Bilancio, Giuliano Pisapia ci aveva messo un altro terzopolista, lonorevole dellApi Bruno Tabacci su cui si scatenò immediatamente la polemica sul doppio incarico. Dal centrodestra, ma anche da una fetta della maggioranza, in primis lItalia dei valori. Palmeri peraltro - traslocato lo scorso ottobre dal Pdl a Fli - al fotofinish soffiò proprio a Tabacci la candidatura del Nuovo polo contro Letizia Moratti. Anche se lassessore in meno di due mesi si è già guadagnato lappellativo di sindaco ombra e si sta togliendo probabilmente qualche soddisfazione. Tantè, ironia della sorte vuole che il primo scontro vero tra centrosinistra e opposizione in aula si sia giocato nelle ultime settimane proprio sulla delibera firmata da Tabacci, lintroduzione delladdizionale Irpef votata lunedì pomeriggio dopo una maratona di tre notti in aula e quasi mille emendamenti presentati da Pdl e Lega. Palmeri non ha depositato correzioni al testo, e come il grillino Mattia Calise è stato fondamentale per garantire due volte il numero legale al Pd per cominciare la seduta (mentre il centrodestra rimaneva fuori dallaula per evitare linizio dei lavori). Ma ora dopo ora si è avvertito un riavvicinamento agli ex colleghi di partito. Sintonia totale al momento del voto. La nuova tassa presentata da Tabacci come una medicina necessaria per risanare i buchi di bilancio, per il consigliere del terzo polo «doveva essere invece lextrema ratio, non certo la prima ratio». Dunque: schiaccia il bottone rosso ed è uno dei 14 che bocciano la delibera. Passa comunque, con i ventidue sì della maggioranza.
Non si fa attendere il commento polemico dellApi, il coordinatore cittadino del partito di Rutelli (e di Tabacci) Carlo Mantalbetti con una nota afferma che «la decisione di Manfredi Palmeri di votare contro il bilancio è stata una scelta personale e politicamente sbagliata». La «crisi nazionale» e la «pesante situazione finanziaria ereditata dal sindaco Pisapia sollecita uno spirito politico di solidarietà e corresponsabilità - prosegue Montalbetti -, tipico di unarea moderata e riformista che punta al bene comune e che certamente non può condividere lintenzione e la prospettiva politica di accomunarsi a forze demagogiche e populiste dellattuale centrodestra». Più fumoso lUdc. Laumento delle tasse nel bilancio Tabacci-Pisapia, ammettono lesponente nazionale Pierluigi Mantini e quello regionale e provinciale Enrico Marcora e Alessandro Sancino, «non ci piace ma alcune ragioni sono comprensibili, ci sono luci e ombre nella manovra e come Terzo polo avanziamo critiche costruttive e unazione rigorosa e di controllo». Bene, ma lIrpef andava votata? «Palmeri è il nostro rappresentante in aula e ha votato nel modo che credeva opportuno - chiarisce Sancino -. Certamente lopzione del voto a favore non era contemplata, la nostra posizione è di distanza dalla scelta della giunta di Pisapia, forse poteva esserci la linea più sfumata dellastensione rispetto al no che ci accomuna alla Lega». Luci e ombre nel bilancio, perchè «è ancora un misto tra la gestione della Moratti e di Pisapia, anche linterpretazione del buco di bilancio o è certificata da un organismo indipendente o si presta a interpretazioni politiche. La nostra posizione ora è di attesa nella distanza: vediamo come verranno utilizzate le risorse e se prevarrà lefficienza».
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