Terzo Valico come la Tav, Genova in rivolta

Fabrizio Graffione

«La protesta continua. Noi non ci fermiamo. Ci mancherebbe altro. Siamo pronti alla rivolta come in Val di Susa. Agli abitanti delle valli piemontesi va tutta la nostra solidarietà. Siamo con loro. Se si continuerà con questo atteggiamento di calare dall’alto le decisioni, daremo battaglia per evitare gli scempi realizzati in passato anche nelle valli e nel territorio genovese». Il capoluogo ligure, dunque, come la Val di Susa: a parlare e promettere lotta è uno dei portavoce dei comitati del ponente cittadino, Umberto Mongiardini, che aveva organizzato un sit in di protesta, ieri pomeriggio, davanti alla prefettura mentre era in corso il consiglio provinciale. A Palazzo Spinola, intanto, i tre membri di Rifondazione comunista escono dall’aula intorno alle 17 per unirsi al centinaio di manifestanti e, di fatto, spaccano la maggioranza facendo mancare anche il numero legale. Particolarmente decisa, a questo punto, la presa di posizione della minoranza di centrodestra che aveva presentato una mozione unitaria per chiedere conto delle spaccature nella sinistra sulla Tav e, più in generale, sulla realizzazione delle infrastrutture. Il presidente Alessandro Repetto rimane a fare il capo della «minoranza» e deve prendere atto della definitiva sospensione della seduta.

Infine, i Cobas, Comitati di base svincolati dalle sigle sindacali, cioè l’ala dura, intransigente della protesta, vanno oltre e assumono una posizione se possibile ancora più contraria alle grandi opere, a cominciare dal linguaggio. (...)

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