Il «tesoretto» delle schedine: così l’arte fa un terno al Lotto

In dieci anni, quasi cinquanta milioni di euro per restauri in Liguria

Il «tesoretto» delle schedine: così l’arte fa un terno al Lotto

Altro che terno al Lotto. Per i beni artistici e architettonici della Liguria, il celebre gioco a premi gestito dallo Stato è molto più redditizio della vincita per antonomasia, quella entrata a far parte del gergo comune. Vale, invece, come una schedina pluri-milionaria, come un jackpot «centrato» al SuperEnalotto: quasi cinquanta milioni di euro.
Negli ultimi dieci anni, infatti, è questa la cifra - davvero sostanziosa - che è piovuta in Liguria grazie alle giocate di uno dei giochi a premi più diffusi e amati in Italia.
Un vero e proprio Tesoretto, che finora è stato utilizzato per finanziare una dozzina di interventi di restauro e recupero, già ultimati o ancora in corso: da Palazzo Reale all’Archivio di Stato, dal cimitero monumentale di Staglieno alla Chiesa dell’Annunziata, passando per l’ex Hotel Colombia Excelsior e per l’Abbazia di San Giuliano. E che nei prossimi tre anni, da qui al 2009, porterà in Liguria la bellezza - grossomodo - di altri 7,5 milioni di euro, con tutta probabilità destinati a quattro progetti di recupero: tre a Genova, uno in provincia di Savona.
In pratica, è come se negli ultimi dieci anni l’intera popolazione italiana in età adulta avesse deciso di compilare una schedina agli sportelli del Lotto (giocata minima, s’intende: un euro), e se la cifra così ottenuta fosse stata immediatamente reimpiegata per risanare o proteggere i tesori in rovina e le meraviglie poco salvaguardate della nostra regione.
Sul sito internet di Lottomatica, la società che gestisce il gioco, è possibile verificare quali sono stati gli interventi di recupero che hanno riguardato la nostra regione. Con tanto di relative cifre stanziate e investite.
In Liguria, finora la maggior parte dei fondi provenienti dalle giocate del Lotto sono stati impiegati per il recupero dell’ex Hotel Colombia Excelsior, a Genova, in cima a via Balbi: per la ristrutturazione e l’adeguamento della struttura - in passato uno degli alberghi più lussuosi di Genova - sono stati stanziati più di ventidue milioni di euro ( e altri dovrebbero arrivare anche nei prossimi tre anni). Una volta ultimato, l’edificio ospiterà la biblioteca universitaria, in una nuova e più moderna sede, dotata anche di caffetteria e ristorante, per rispondere a tutte le esigenze dei suoi utenti.
A seguire, con circa cinque milioni di euro (sempre provenienti dalle schedine del Lotto) c’è il restauro, ancora in corso, dell’abbazia di San Giuliano, in corso Italia a Genova. Il complesso, in futuro, dovrebbe ospitare la nuova sede degli uffici e del laboratorio di restauro della Soprintendenza ai Bene Artistici e Storici.
Con circa quattro milioni di euro, diluiti in due distinti finanziamenti, è stato poi possibile intervenire su alcuni spazi di Palazzo Reale, sempre a Genova. E una cifra appena più bassa - poco più di quattro milioni di euro - ha permesso il recupero del complesso monumentale di Sant’Ignazio, sede dell’Archivio di Stato.
Circa tre milioni e mezzo di euro sono serviti a rimettere a nuovo la fortezza Firmafede, a Sarzana, e la stessa cifra è stata impiegata per realizzare il nuovo museo navale internazionale di Imperia.
Per restaurare il complesso di Villa Serra di Comago, a Sant’Olcese, sono stati necessari circa due milioni di euro: ma ora la villa, che in passato versava in condizioni di assoluto degrado, è in grado di ospitare mostre e convegni.
Meno di due milioni di euro hanno permesso, nel 2004, di completare i lavori di restauro della Chiesa dell’Annunziata, sull’omonima piazza.
Infine, tra gli interventi per così dire «minori», cioè sotto il milione di euro, ci sono: quello che ha permesso il restauro del Pantheon e di alcune zone del cimitero monumentale di Staglieno, dove riposano molti genovesi illustri (circa settecento mila euro); quello destinato a rivitalizzare l’oratorio di San Filippo Neri, nel centro storico genovese (trecento mila euro); quello per il complesso di Santa Maria delle Grazie la Nuova (quasi ottocento mila euro), dove grazie ai fondi del gioco del Lotto è stata realizzata e aperta la sede di Casa Paganini.
Ma come è stata resa possibile questa pioggia di fondi, provenienti dalle giocate degli appassionati dei numeri del Lotto? Grazie alla legge numero 662 del 1996, che stabilisce come parte degli utili derivanti delle giocate delle schedine debba essere «girata» dai Monopoli direttamente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per recuperare e conservare al meglio il patrimonio culturale del paese. Da qui, questi finanziamenti, di natura straordinaria, vengono poi girati alle Soprintendenze regionali, che sono incaricate di dare il via agli appalti per le opere pubbliche ritenute di maggior pregio e interesse. In questo modo, dal ’97, ogni tre anni, circa cinquecento milioni di euro vengono investiti in progetti di restauro e recupero.
«Alcuni lavori, iniziati e resi possibili dai fondi che negli anni scorsi sono arrivati dai proventi del gioco del Lotto, in Liguria sono ancora in corso - spiega Giorgio Rossini, Soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria - E per i prossimi anni, un altro programma analogo è già stato adottato».
Sui prossimi interventi, però, per ora pesa l’incognita del cambio della guardia al vertice della direzione regionale per i Beni Culturali della Liguria: ad agosto, infatti, Pasquale Malara, direttore regionale del Veneto e in passato già Soprintendente a Genova. ha sostituito Liliana Pittarello proprio alla guida della direzione regionale.
«Ora bisognerà vedere come verranno gestiti questi fondi - precisa Giuliana Algeri, Soprintendente ai bene artistici e storici della Liguria - Vedremo cosa deciderà di fare il nuovo direttore regionale: se li gestirà personalmente o demanderà a noi la loro gestione. Comunque, a noi non è ancora arrivata l’autorizzazione per contattare le ditte incaricate di eseguire i lavori».
Per il prossimo triennio, comunque, secondo il programma del Ministero dei Beni Culturali (disponibile in Rete), la cifra proveniente dalle giocate e stanziata per tutte le regioni italiane è di circa trecentocinquanta milioni di euro: la percentuale destinata alla regione Liguria è pari al 2,16 per cento del totale. Circa sette milioni e mezzo di euro, scaglionati in tre anni: tre milioni e mezzo di euro nel 2007, due milioni circa nel 2008 e nel 2009. E salvo cambiamenti di rotta (al momento non in vista) verranno tutti concentrati per quattro interventi.
Quattro milioni e mezzo saranno finalizzati per il completamento dei lavori dell’ex Hotel Colombia Excelsior, mentre un milione e mezzo di euro servirà a completare i lavori di ristrutturazione e a realizzare gli impianti di climatizzazione nel complesso di Palazzo Reale. Per rimettere a nuovo l’ex Albergo dei Poveri, dotarlo di impianti di climatizzazione e restaurare le opere d’arte presenti al suo interno (dipinti, suppellettili, paramenti liturgici), servirà quasi un milione di euro. Mentre ne basterà la metà per aprire al pubblico la caverna delle arene candide di località Caprazoppa, nel territorio di Finale Ligure.


Un’attenzione verso il patrimonio culturale e i luoghi di pregio che, dunque, ha interessato e interessa tuttora l’intera regione. E che, grazie alla fortuna che incontrano ancora oggi le schedine e i numeri del Lotto, promette di non venire meno nemmeno negli anni a venire.

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