Tessile, accordo tra Bruxelles e Cina

Urso: «Valuteremo insieme con le aziende che vengano rispettati i termini del documento di Shanghai»

da Milano

Unione europea e Cina hanno raggiunto un accordo per gestire la crescita delle importazioni di tessile cinese verso la Ue fino alla fine del 2008. L'intesa è stata raggiunta a Shanghai, al termine della missione del commissario Ue al commercio Peter Mandelson, che ha negoziato a lungo con il ministro degli Esteri cinese, Bo Xilai. In un comunicato diffuso a Bruxelles, si legge tra l’altro: «L'accordo consente una crescita ragionevole delle esportazioni cinesi di tessile verso la Ue nel periodo 2005-2007 mentre dà tempo per aggiustare l'industria tessile dell'Unione europea. Con questo accordo ampio ed equilibrato, Ue e Cina assicurano un periodo di aggiustamento per i produttori europei, provvedono ad una più ampia prevedibilità per gli importatori e i commercianti preservando la liberalizzazione del mercato e la membership della Cina alla Wto».
Soddisfatto il commento di Peter Mandelson: «Ho sempre chiesto che la questione venisse risolta in modo amichevole e non attraverso misure unilaterali prese dalla Ue, anche se abbiamo il diritto di agire nell'ambito del protocollo di accesso della Cina alla Wto - ha dichiarato il commissario - ho sempre cercato un accordo che riflettesse la nostra partnership strategica e il reciproco interesse a rafforzare le nostre relazioni. L'accordo - ha aggiunto Mandelson - dà alle due parti in campo, chiarezza, certezza e prevedibilità. Credo che l'intesa generale offra alla Cina un accordo equo dando al tempo stesso più margine di manovra e respiro all'industria tessile in Europa e nei paesi in via di sviluppo».
Alla fine di maggio, i 25 Stati membri (pressati soprattutto da Italia e Francia) avevano chiesto la procedura d'urgenza su due prodotti (le T-shirt e il filato di lino) le cui importazioni hanno subito un'impennata dallo scorso primo gennaio, quando è stato abolito il sistema delle quote che ha regolato per decenni le esportazioni di tessile cinese verso l'Europa. La procedura d'urgenza, durata due settimane, si è conclusa ieri pomeriggio. Se un'intesa non fosse stata raggiunta, la Ue avrebbe avviato consultazioni formali con la Wto, che avrebbero avuto come conseguenza la sospensione delle esportazioni di queste due categorie di prodotti fino alla fine dell'anno. L'accordo evita il contenzioso davanti all'Organizzazione mondiale del commercio. Per quanto riguarda le T-shirt, le importazioni verso la Ue sono aumentate del 187% nei primi 4 mesi del 2005, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Ma se Bruxelles è soddisfatta, Roma sospende il giudizio.

«Valuteremo insieme con le aziende - ha detto il viceministro alle attività produttive con delega al Commercio estero, Adolfo Urso (che ha seguito da vicino tutta la vicenda) - che i termini dell'accordo consentano, come auspichiamo, di tutelare effettivamente le imprese italiane ed europee dalla concorrenza sleale e nel contempo di consentire loro la via della ristrutturazione e del rilancio. Ci aspettiamo che i termini dell'intesa siano in piena sintonia con il mandato che anche il governo italiano ha affidato al commissario Peter Mandelson».

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