Cronaca locale

Test anti terrorismo, partito il conto alla rovescia

Roberto Bonizzi

Meno di un mese all’alba. «Tra il 20 e il 25 settembre - annuncia il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu - si terrà a Milano la prima esercitazione mirata». Milano prima città in Italia a ospitare un vero e proprio test completo di attacco terroristico. Ma la prefettura sta pensando a una simulazione anticipata, tra il 10 e il 15 settembre, per oliare e mettere in moto la macchina organizzativa che coinvolgerà tutte le istituzioni e le forze dell’ordine. Nel cassetto è pronto da luglio, anche se manca all’appello ancora qualche dettaglio, il dossier intitolato «Piano generale di intervento». La città non vuole farsi sorprendere, nemmeno durante le esercitazioni.
Dal Viminale giungono altre indicazioni sulla struttura del test. «Abbiamo previsto quattro fasi - spiega Pisanu in un’intervista a L’Espresso -. Nella prima chi siede ai posti di comando si esercita a dare ordini. Nella seconda tocca agli esecutori. Nella terza si simulerà la situazione di attacco con osservatori esterni che ne controlleranno l’efficacia. La quarta sarà la vera e propria esercitazione sul luogo fisico prescelto». Su questo punto non filtrano indiscrezioni. «Non possiamo renderlo noto per ragioni di sicurezza - dice il ministro - ma alcuni test sono già stati fatti nei mesi scorsi nelle stazioni e nelle metropolitane, di notte, con discrezione». I piani di emergenza, che comprendono anche possibili attacchi Nbcr (batteriologico-chimico-radioattivo), sono modellati in modo differente a seconda del luogo colpito: strada, metropolitana o stazione.
Lo scenario dei test è quello già anticipato. Intervento sul luogo colpito delle squadre speciali. Elicotteri, ambulanze e postazioni da campo nelle piazze principali. Comunicazioni via radio gestite dalle sale operative. Campo base dei pompieri alla Fabbrica del Vapore. Taxi (5mila) a disposizione per il trasporto dei feriti. Possibilità di evacuazione di interi quartieri, con le persone ospitate nelle scuole. Informazioni tempestive in ogni casa attraverso tv e radio locali.
A Milano non resta che scoprire data esatta, ora e luogo del test. Anche se «nelle prime esercitazioni non saranno coinvolti i cittadini, ma solo dei figuranti - conferma l’assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino, Guido Manca -. E gli orari, inizialmente, non saranno quelli centrali per non creare intralci al traffico, alla circolazione e alla vita dei milanesi. Noi, comunque, siamo prontissimi». Il vice sindaco, Riccardo De Corato, ribadisce il concetto: «È importante che si parta da Milano, ci siamo già attivati in questo senso. E di primaria importanza anche la verifica della collaborazione fra tutte le forze in campo».
Nel «Piano generale di intervento» sono coinvolte, sotto la guida della prefettura, le forze dell’ordine (polizia, carabinieri, vigili urbani, vigili del fuoco), le istituzioni (Regione, Provincia, Comune), la protezione civile, le Asl e il 118 insieme agli ospedali, i taxi. «Al di là delle teorie - sottolinea De Corato - solo un’esercitazione può dare l’esatta misura del livello di preparazione di una città». E Manca fa i complimenti ai milanesi: «Hanno reagito in maniera egregia agli appelli alla tranquillità rivolti da sindaco e prefetto, dimostrando compostezza». Dopo le prime prove di settembre gli ordini del Viminale prevedono anche il coinvolgimento dei cittadini.

Due i possibili scenari: test pianificati o improvvisi, per capire la velocità di reazione.

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