Il tetto da design con i soldi delle Colombiane

Il tetto da design con i soldi delle Colombiane

Le mattonelle color cielo le vuole andare a scegliere direttamente Marta Vincenzi, insieme all’architetto Jean Nouvel. Come fosse il bagno di casa. Ma l’estensione della superficie in oggetto è ben più onerosa di quella di un servizio visto che parliamo del padiglione B alla Fiera di Genova già al centro di roventi polemiche per le dimensioni della struttura che ostruisce una completa visione del mare da Carignano.
Il padiglione sarà completato con una copertura a specchio che costerà alla cittadinanza ben 3 milioni di euro. Soldi che entrano di diritto nel salvadanaio del Giornale. Fondi che sono stati recuperati dai residui delle Colombiane ripartiti tra il 2007 ed il 2009 in diversi progetti per la città. Così, insieme ai recuperi di ville e parchi e al miglioramento di qualche infrastruttura, compreso nell’accordo di programma su come spendere quei finanziamenti compare la dotazione per completare l’opera fieristica. «Uno spreco di risorse pubbliche se consideriamo la superficie e i costi - accusa il consigliere comunale del Pdl Lilli Lauro -. Perché uno spazio così esteso, e non particolarmente suggestivo, poteva essere recuperato magari per un impianto fotovoltaico». Pannelli solari al posto del tetto a specchio che possano produrre energia nel rispetto dell’ambiente, è l’idea di Lilli Lauro che la considera anche una vetrina per sensibilizzare la cittadinanza alla produzione delle energie rinnovabili: «Il sindaco paragonò quel tetto a specchio alla Tour Eiffel per Parigi - contesta il consigliere comunale del centrodestra - e quando proposi all’assessore la soluzione del fotovoltaico al posto della specchiera, mi fu risposto che non era possibile realizzare un impianto del genere per questione di carattere tecnico. Ma è falso, ho interpellato alcuni esperti in materia che mi hanno spiegato come su quella tettoia sia possibile installare pannelli solari per la produzione di energia elettrica».
E c’è un altro aspetto che non andrebbe sottovalutato: quali saranno i costi di manutenzione quando sulla nuova copertura sarà realizzato il tetto a specchio visto che quella superfice è perennemente occupata da gabbiani e piccioni che non faranno risparmiare sui costi di manutenzione.
Superconsulenze, parte 2. Uscito dalla finestra per rientrare dalla porta con una bella promozione. È la storia del consulente di Marta Vincenzi assunto con il compito di monitorare le attività dei nove Municipi genovesi: Luigi Picena assunto nel 2007 con contratto a tempo determinato per l’intera durata del ciclo amministrativo con uno stipendio da 100mila euro annuali (49.129 per indennità integrativa speciale e 49.900 per retribuzione di posizione) ai quali vanno aggiunti i premi di produzione. Al di là dell’ennesima consulenza esterna, appare strana la posizione di Picena il quale era già all’interno della macchina amministrativa di palazzo Tursi nel ruolo di funzionario e tentò anche di diventare dirigente con un regolare concorso interno ma fu respinto, venendo poi promosso per decreto dalla professoressa Marta. Sarà mica che Picena della Vincenzi fu grande sponsor in campagna elettorale oltre che suo assessore nel decennio provinciale? Il dubbio resta così come per la necessità del suo incarico giustificato in delibera con «l’elevato e crescente grado di autonomia gestionale» dei Municipi. Peccato che, dalla fine dell’era Pericu, nel passaggio da Circoscrizioni a Municipi l’autonomia gestionale è tale e quale.
Inoltre, il sindaco, in tema di cultura mica si fa problemi sui costi. Perché non le basta l’assessore e nemmeno Nando Dalla Chiesa.

Dal gennaio scorso c’è anche Mariangela Rubino a collaborare alla cultura per una cifra di 48mila euro all’anno. Superconsulenza voluta dal primo cittadino e inserita nello staff di Ranieri, sembra tra avere idee che confliggono con quelle dell’assessore. Risultato due stipendi e un gran casino.

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