da Roma
Rientrato da Helsinki con una valigetta zeppa di critiche da parte del commissario europeo Joaquin Almunia, Tommaso Padoa-Schioppa si prepara a una settimana di lavoro intenso sui contenuti della legge finanziaria. In difficoltà sul fronte delle pensioni - per lopposizione dei sindacati e della sinistra radicale a risparmi in questo settore - il ministro dellEconomia punta adesso su altri due capitoli: sanità e spesa locale. Ai governi locali - in particolare Regioni e Comuni - il governo pensa di imporre un tetto rigido di spesa, anziché un limite percentuale di incremento rispetto allanno precedente.
Regioni, tagli per 2 miliardi. Dopodomani il governo incontra le Regioni per sottoporre il progetto di limitare la spesa locale entro un tetto preciso, annuale ma anche mese per mese. Negli incontri tecnici della scorsa settimana, alle Regioni sono stati prospettati tagli per oltre 1,8 miliardi di euro, senza contare la sanità e il personale. I governatori sono molto preoccupati, anche perché sul fronte della spesa sanitaria cè una differenza di 5-6 miliardi di euro fra la loro richiesta di 100 miliardi e i 94-95 miliardi offerti dal governo. Differenza che non può certamente essere coperta dal ticket sui ricoveri o per le prestazioni del pronto soccorso.
Pensioni fuori dalla manovra. Lopposizione di Cgil, Cisl, Uil e della sinistra radicale ha reso inevitabile il rinvio a un provvedimento collegato di quasi tutta la materia pensionistica. In Finanziaria resterebbero dunque soltanto lestensione del prelievo del 3% sulle pensioni doro (oltre i 60mila euro lanno) e laumento dei contributi a carico dei parasubordinati e, forse, degli autonomi. La questione delletà e di come superare lo «scalone Maroni» (pensionamento non prima di 60 anni, con 35 anni di contributi dal 2008) sarà eventualmente affrontata in un provvedimento a parte. Si parla anche del blocco di due delle quattro finestre duscita per pensioni danzianità nel 2007. Una misura che fa senza dubbio risparmiare, ma che lEuropa non considera (in quanto una tantum) ai fini della riduzione strutturale del deficit.
Fisco, a Visco piace il 20%. Lannuncio del «superviceministro» delle Finanze ufficializza le voci sul riordino della tassazione sulle rendite finanziarie: il prelievo su cedole, interessi, fondi dinvestimento e capital gain sale al 20% dal 12,50% attuale. Ci saranno forse esenzioni, ma non se ne conosce lentità: resta lipotesi di differenziare la tassazione a seconda che venga dichiarata direttamente dal contribuente, oppure dal sostituto dimposta (in questo caso la banca). Sia Visco che Prodi hanno poi confermato lipotesi di una tassazione secca al 20% delle rendite da affitti di immobili: una misura che dovrebbe portare allemersione di molte locazioni in nero, accompagnata da una revisione catastale che renderà più salata lIci. Sempre al 20%, infine, dovrebbe essere portata la prima aliquota dellimposta sul reddito delle persone (Ire), oggi al 23%. Una misura che però costa, e che dovrà essere compensata da una revisione completa della curva delle aliquote e degli scaglioni di reddito. Sarà infine reintrodotta limposta di successione.
Cuneo fiscale in due anni? Prodi conferma la promessa fatta agli industriali di ridurre di cinque punti percentuali il cuneo fiscale. Ma il costo di questo intervento è molto elevato, dunque il governo punta a renderlo selettivo al massimo.
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