Thyssen, parte il processo: via 3 giudici popolari

Si è aperto a Torino il processo per il rogo della Thyssen, costato la vita a sette operai morti nel rogo del 6 dicembre 2007. In aula presenti solo due dei sei imputati. Fuori programma dopo l'udienza. Processo rinviato al 22 gennaio

Thyssen, parte il processo: via 3 giudici popolari

Torino - E' iniziato nella maxi aula 1 della Corte d'assise di Torino il processo per il rogo della Thyssen, costato la vita a sette operai  nell’incendio che si sviluppò la notte del 6 dicembre 2007 sulla linea 5 dell'acciaieria. Presenti in aula i familiari delle vittime: indossano la maglietta con le foto dei parenti deceduti in cui chiedono giustizia per i loro cari e condanne severe per gli imputati. A giudizio sei manager della multinazionale tedesca, tra cui l’amministratore delegato di Thyssen Krupp Italia, Harald Espenhahn.

Sostituiti tre giudici popolari Tre dei giudici popolari titolari della Corte d’Assise di Torino hanno chiesto e ottenuto dal presidente di astenersi dall’incarico in seguito ai possibili "intralci procedurali" che potrebbero derivare dalla pubblicazione ieri di un articolo sul quotidiano La Stampa nel quale venivano loro attribuite alcune dichiarazioni generali, non nel merito del processo. 

Il dolore dei familiari Sono due, su un totale di sei, gli imputati del processo ai manager della ThyssenKrupp che sono presenti in aula. Raffaele Salerno, direttore dello stabilimento di Corso Regina Margherita, e Cosimo Cafueri, dirigente con funzioni di responsabile dell’Area Ecologia Ambiente e Sicurezza. "Li hanno ammazzati loro e devono andare in galera. Anche loro sanno di essere colpevoli", ha detto Rosina Demasi, madre di Giuseppe, vittima 26enne del rogo.

Fuori programma dopo l'udienza Avvocati e pubblici ministeri si sono dovuti trattenere in aula dopo la fine dell’udienza del processo Thyssenkrupp, perché il presidente della corte d’assise, Maria Iannibelli, ha impartito loro una serie di direttive, assegnando persino i posti in cui, a partire dal 22 gennaio, dovranno sedersi. Il giudice, questa mattina, non aveva risparmiato un commento salace sulla "confusione" che albergava nella maxiaula 1 del Palazzo di Giustizia: i presenti si contavano a centinaia, e ognuno si era seduto dove capitava. Dalla prossima udienza non sarà più così: ogni toga avrà un posto, contrassegnato con tanto di cartellino.

Sistemazione dei posti Nel corso del "fuori programma" il giudice ha anche ordinato una sorta di simulazione, invitando i presenti a sistemarsi al loro posto per verificarne l’effetto.

Ma altri argomenti sono stati toccati: un avvocato, prendendo spunto dal fatto che in aula sono state ammesse le riprese tv, ha chiesto che venissero collocati dei portamantelli perché "non è bello che le tv riprendano i cappotti ammassati sui banchi". Si è anche parlato della migliore angolatura possibile per le telecamere.  

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