«Ticket d’ingresso: è tutto pronto per partire»

Albertini: «È l’unico modo per risolvere il problema dello smog»

«Ticket d’ingresso: è tutto pronto per partire»

Chiara Campo

«Semafori intelligenti, telecamere, videosorveglianza, sensori annegati nell’asfalto». Il sindaco Gabriele Albertini fa l’elenco del complesso sistema computerizzato messo in campo dall’amministrazione negli ultimi anni, «e costato 192 milioni di euro, 23 dei quali finanziati dall’Unione Europea», che il sindaco-commissario del traffico lascerà «in eredità al mio successore». Con un consiglio appassionato al futuro sindaco: «Se vorrà affrontare correttamente il problema dello smog e del traffico, dovrà applicare il sistema di congestion charge utilizzato a Londra». Albertini rilancia il ticket d’ingresso, e sottolinea che «con gli strumenti che lasciamo in eredità al prossimo sindaco, sarà possibile controllare gli accessi in città. E se crede, potrà utilizzare i proventi per realizzare nuove infrastrutture: abbiamo calcolato che si potrebbe finanziare un chilometro di nuove metropolitane all’anno». Albertini non fa mistero che averci dovuto rinunciare è stato il suo più grande cruccio di fine mandato. Ma i candidati alla poltrona di Palazzo Marino potrebbero riuscire in ciò che per lui è stato impossibile, visti i paletti alzati nel corso degli anni sia dall’opposizione che dal centrodestra.
L’ex prefetto Bruno Ferrante, che corre per l’Unione, in varie occasioni si è già detto possibilista: «Il modello londinese è interessante perché ha l’obiettivo di ridurre il traffico, è una delle ipotesi che si dovrà discutere». E la candidata della Cdl Letizia Moratti, che ha inserito il ticket d’ingresso tra i cento progetti per il futuro della città, ha sottolineato però che il pedaggio per le auto «dovrebbe essere collegato alle emissioni inquinanti», dunque una specie di tassa proporzionale al grado di inquinamento prodotto dal veicolo. A Londra, ha precisato la Moratti, il provvedimento è stato intrapreso solo «dopo aver avviato un piano molto articolato di facilitazioni per le persone che da fuori devono entrare in città per lavorare, quindi aumentando i mezzi pubblici, mezzi pubblici veloci, e tutta una serie di servizi per chi non abita in centro e deve utilizzare la macchina». Anche per Milano dunque «si dovrebbe prevedere un piano che vada in una direzione di rispetto della città e del centro storico ma senza danneggiare chi comunque viene in città per lavorare».
Sul tema della lotta allo smog Albertini è tornato a sottolineare, al Palazzo della Borsa dove ieri gli è stato consegnato in comodato d’uso gratuito per due mesi un nuovo modello di Toyota Yaris, che «il 40 per cento delle polveri sottili sono dovute al riscaldamento domestico, e credo che bisogna investire e concentrarsi di più per abbassare questo fattore inquinante».

Purtroppo, ha aggiunto, «la norma che impone di non superare i 20 gradi di temperatura in casa e negli uffici è largamente inapplicata». Non c’è, ammette il sindaco, «neanche nel mio ufficio, anche se tengo spento il riscaldamento. È il sistema centralizzato di Palazzo Marino che porta a questi effetti».

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