«Una odiosa tassa sulla malattia che colpisce i cittadini e in particolare i molti che vivono di precarietà o non arrivano alla quarta settimana del mese». È questo il ticket reintrodotto dalla giunta Marrazzo secondo un ordine del giorno presentato al consiglio regionale dal capogruppo del Pdci Maria Antonietta Grosso e sottoscritto anche da Peppe Mariani della Lista Civica per il Lazio, da Giuseppe Celli dello Sdi, da Ivano Peduzzi e Anna Evelina Pizzo del Prc. Una presa di posizione, quella della sinistra estranea al Pd, che però secondo Fabio Desideri, consigliere dei Cristiano Popolari, è quanto meno sospetto. «Perché proprio ora - si chiede Desideri -? Cosa ci azzecca con il contesto temporale, soprattutto dopo settimane di silenzio accondiscendente? Risposta: perché ieri (mercoledì, ndr) è stato messo in dubbio lo scranno di Michelangeli, lassessore alla Tutela dei cittadini di cui nessuno conosce lesistenza. Ma questa è unaltra storia. La notizia del rimpastino che Marrazzo si apprestava a servire, non con la coda alla vaccinara ma col panettone, non è stata ben accolta dalla sinistra. Destatasi allimprovviso dal torpore e scossa da una scarica dadrenalina, ha rinfacciato i superticket al governatore-commissario. Attenzione: non per sostenere gli umili e gli oppressi, ma per salvaguardare le poltrone».
Ma non è stata quest lunica polemica che ieri ha scosso il governatore sul tema sanitario. A suscitare qualche replica è stato infatti anche il suo invito rivolto ieri, nel corso del consiglio generale della Federlazio, agli imprenditori: «Non fate della sanità una questione politica - questo lappello di Marrazzo - . Difendete i vostri interessi, ma considerate che è in corso una riorganizzazione. Il quadro non è politico, evitiamo la politicizzazione». «Marrazzo predica bene e razzola male - replica Alfredo Pallone, coordinatore regionale di Forza Italia -. Finora chi ha fatto della sanità una questione politica, con pessimi risultati, è stato solo il presidente Marrazzo che ha voluto addebitare i ticket e i tagli dei posti letto al governo nazionale».
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