Tifone devasta il Bangladesh Migliaia tra morti e dispersi

Colpite tre città costiere Oltre 3 milioni di sfollati

da Dacca

Oltre 1.100 morti, migliaia tra feriti e dispersi, migliaia di abitazioni spazzate. Ecco il bilancio provvisorio del passaggio del tifone «Sidr» che si è abbattuto tra giovedì sera e ieri sera sul Bangladesh con venti a 250 chilometri orari. È l’ultima emergenza in ordine di tempo in un Paese tra i più poveri al mondo, per il quale è già scattata la solidarietà internazionale: l’Unione Europea ha stanziato un milione e mezzo di euro in aiuti alle popolazioni colpite.
Il tifone, di categoria 4 poi declassato in mattinata a tempesta tropicale, era stato preceduto da una tempesta marina con onde alte una quindicina di metri. La furia del mare ha devastato almeno tre città lungo il litorale del Golfo del Bengala: Patuakhali, Barguna e Jhalakathi. Oltre 3,2 milioni di persone sono state fatte sfollare. «Il numero dei morti aumenta man mano che arrivano notizie dalle zone colpite», ha detto un portavoce del ministero per le Emergenze.
Il bilancio potrebbe aggravarsi di molto quando arriveranno i rapporti completi da una mezza dozzina di isolotti appena al largo, abitati da comunità di pescatori, dove unità della Marina hanno portato i primi soccorsi. A Ginevra l’Ufficio dell’Onu per il Coordinamento degli aiuti umanitari ha fatto sapere che un migliaio di pescatori sono dati per dispersi.
Oltre 30.000 volontari sono stati mobilitati dalla Mezzaluna rossa locale: servono viveri, medicinali e compresse per rendere potabile l’acqua. Il Programma alimentare mondiale (Pam) ha predisposto l’invio di 98 tonnellate di biscotti a elevato contenuto calorico, sufficienti per 400mila persone ma per non più di tre giorni. Dopo il tramonto la capitale Dacca e le principali città del Paese sono piombate nel buio a causa dell’interruzione nell’erogazione dell’energia elettrica.


Quest’ennesima emergenza, seguita alle inondazioni di luglio-settembre, che lasciarono oltre mille morti, costituisce anche una sfida per il governo ad interim guidato, con il sostegno dei militari, da Fakhruddin Ahmed, il cui principale obiettivo è portare il Paese - abitato da 144 milioni di persone delle quali il 40 per cento vive con meno di un dollaro al giorno - a elezioni prive di brogli prima della fine del prossimo anno.

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