Tifosi battono squadra due a zero. Il primo gol la curva Fiesole lo ha segnato stendendo a inizio partita uno striscione: «Tv radio e giornale, di Prandelli non parlare male». Elementare la rima, così come il concetto: sosteniamo la squadra, dopo una settimana di polemiche, nervosismo, sfoghi, qualche esagerazione, sprazzi di buon senso. Una settimana-dieci giorni, aggiungiamo, in cui il Cesarone ha dato prova di gran temperamento. E, un po per convinzione un po per rispetto della «linea Fiesole», ora lo diciamo forte unaltra volta, chiaro e scandito: n-o-n è c-o-l-p-a s-u-a. Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo mettere in croce Prandelli. Non è sua la responsabilità di quello che sta accadendo, ma della squadra. Almeno ieri. Moscia, stanca, spompata, svogliata. Muscoli, testa o attributi. Fate voi, scegliete voi qual è la parte del corpo che ci manca. Ma ora è ufficiale: qualcosa non funziona.
Ed è qui che il Franchi ha segnato il raddoppio. Quando ci ha creduto, ci ha provato, ha fatto di tutto per mordersi le labbra e tenere la lingua a posto. Si è perfino affidato a qualche risata per non piangere. E solo dopo, a fine partita, ha rovesciato sul campo una sacrosanta selva di fischi.
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