da Roma
Cinque tifosi romeni feriti prima del match Lazio-Dinamo Bucarest (ma i responsabili, come ha precisato il ministro dellInterno Amato, sono già stati individuati) e ululati razzisti, per la verità flebili e coperti dai fischi del resto dellOlimpico. Quanto basta per aprire uninchiesta. E lUefa non ha perso tempo, appellandosi al principio della tolleranza zero. Il massimo organismo del calcio europeo analizzerà attentamente i referti dellarbitro, il norvegese Henning Ovrebo, e del delegato, il tedesco Roth, oltre ai documenti audio-video a sua disposizione. «Verrà vagliata la situazione complessiva - dice il portavoce dellUefa William Gaillard -. Non voglio sbilanciarmi, deciderà la Commissione di Controllo e Disciplina, ma la Lazio è in diffida e chiaramente rischia di più. Già prima di questa partita cera un punto interrogativo sul suo stadio».
A Nyon non tira aria di sconti: il club romano rischia addirittura lesclusione delle coppe europee (provvedimento già adottato con il Feyenoord a gennaio e con il Partizan a luglio, ma in quei casi ci sono stati gravissimi atti di violenza dei tifosi allinterno degli stadi) come nel 1974, quando la Lazio fu squalificata per un anno a causa degli incidenti avvenuti durante la sfida con lIpswich Town. Al momento sembrano però più ipotizzabili una pesante squalifica del campo o una grossa ammenda. La decisione finale arriverà la prossima settimana.
I precedenti incombono come una spada di Damocle sul club di Lotito. In particolare lultimo, legato alla partita di coppa Uefa con il Partizan del 25 novembre 2004. Laccoltellamento di un tifoso serbo a poche ore dalla sfida, ma in particolare i cori razzisti rivolti al giocatore Boya costarono la squalifica di un turno dellOlimpico, commutata poi in una sfida a porte chiuse (quella con il Tampere nellIntertoto del luglio 2005). Ieri la Lazio ha espresso fiducia nellindagine Uefa e grande serenità, sottolineando la totale estraneità ai fatti accaduti allesterno dellOlimpico e laiuto dato al Viminale per lidentificazione dei colpevoli (la Procura di Roma sta vagliando linformativa del commissariato di Prati e attende quella della Digos), ma anche il comportamento corretto della maggior parte dei suoi tifosi, che ha prontamente protestato contro le grida di uno sparuto gruppo.
«La maggior parte dei club e delle federazioni hanno compreso da tempo che certi episodi sono inaccettabili, dunque che arrivino le scuse o le dichiarazioni di condanna è un fatto normale», ha minimizzato Gaillard. Unaltra dichiarazione che lascia con il fiato sospeso la Lazio. Intanto il Codacons chiede che la squadra biancoceleste giochi le gare interne di campionato in campo neutro.