Parlare di monotonia forse è troppo, certo è che quando in campo c’è Tiger Woods tutto è diverso: lo spettacolo è assicurato, le emozioni si susseguono, gli avversari sembrano inebetiti ed incapaci di opporsi al ciclone multietnico. Dieci giorni fa il «fenomeno» ha fatto la sua prima apparizione sul Tour americano ed al Buick Invitational non ce n’è stato per nessuno. Dopo appena due giri già si giocava un secondo torneo nel torneo: quello per arrivare secondi! Finito il Buick, venti ore di jet personale e Tiger è sbarcato a Dubai per la sua prima apparizione sul Tour Europeo. Agguerrita ad aspettarlo c’era la crema del nostro circuito, da Els a Stenson, da Garcia a Montgomerie, a Lee Westwood e a mezza squadra di Ryder Cup, senza contare i «giovani leoni». Nel Dubai Desert Classic, Tiger ha certamente sofferto di più. È andato in testa subito, lo è rimasto, a fatica, dopo due giri; nel terzo è sembrato «mollare» ritrovandosi a quattro colpi da Ernie Els e a tre da Enrik Stenson, detentore del titolo.
L’impressione era quella che la tigre potesse essere dominata, che Els tre volte vincitore a Dubai e Stenson, in gran forma, potessero imbrigliarlo nella rete. È stata solo un’impressione nell’ultimo giro Tiger è uscito dai box sgommando, con tre birdie nelle prime quattro buche e prima che i due leader partissero per l’ultimo giro.
Sono partiti, ma già con sul collo il fiato di Tiger. E a nulla sono valsi i due colpi persi e quindi ai due bogey sulle prime nove buche di Woods che nelle nove buche finali ha inanellato ben sei birdie dei quali cinque nelle ultime sette buche. Stenson in giornata negativa ha alzato bandiera bianca. Els è sembrato potercela fare ma sul filo di lana, con le due prodezze finali di Tiger - due birdie - è andato in panico sbagliando il birdie alla 17 e mettendo poi in acqua il secondo colpo alla 18 dove con un birdie avrebbe almeno costretto Tiger allo spareggio.
Al secondo posto un ottimo e sempre più emergente Martin Kaymer, ventitreenne tedesco vincitore tre settimane fa ad Abu Dhabi e sicura star nell’immediato futuro.
Un favoloso esordio di stagione che ha sorpreso anche i bookmaker stranieri che hanno deciso di tagliare da 14 a 12 a 1 la quota sulla possibilità che Tiger si aggiudichi tutti e quattro i major.
Un'evenienza che costerebbe davvero caro agli allibratori: secondo le ultime stime di un bookmaker inglese, infatti, la vittoria da parte di Tiger di almeno 3 dei quattro major in programma (ipotesi quotata a 7.50) costerebbe loro un payout sull'ordine delle sei cifre. Intanto, pagherebbero 3.25 la posta per la vittoria di almeno due major, 2.50 se ne vincesse solo uno. E' invece a 3.75 un inaspettato "buco nell'acqua" di Tiger.
Sul Tour americano, a Scottdale, in Arizona, l’Fbr Open è stato vinto da J. B. Holmes leader dopo le prime 54 buche.
Una vittoria presa per i capelli perché sulle 18 buche finali c’è stata la bella rimonta di Phil Mickelson - numero due al mondo - che, approfittando dell’assenza di Tiger, ha cercato il colpaccio.Niente da fare per il mancino americano che pur costringendo Holmes allo spareggio, si è poi visto superare alla prima buca di play off.
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