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Il Times torna alla carica Frattini: «Falsità» E il ministro francese: «Nessun dubbio su Roma»

Ancora polemiche. Di nuovo un botta e risposta acceso tra il governo italiano e il Times. Torna all’attacco il quotidiano londinese e, per il secondo giorno consecutivo, rilancia le accuse contro la strategia italiana in Afghanistan. «Un comandante talebano e due ufficiali afghani hanno confermato ieri (giovedì, ndr) che le forze italiane hanno pagato per ottenere protezione per le proprie truppe», ha ribadito a pagina 3 il quotidiano britannico, che ha fornito nuovi dettagli sulla vicenda, sostenendo che agenti segreti italiani avrebbero pagato tangenti non solo nell’area di Sarobi (est di Kabul) ma anche nella provincia di Herat. Il Times punta nuovamente il dito sulle modalità di azione dei servizi segreti italiani, colpevoli di non aver avvisato dell’accordo i francesi - che avevano preso il loro posto nell’area di Sarobi - spingendoli così a sottovalutare le minacce dei talebani, convinti che il mancato pagamento fosse frutto di una strategia deliberata e che per questo hanno attaccato provocando la morte di dieci soldati francesi.
Nessun passo indietro da parte del Times, dunque. Ma nemmeno da parte del governo italiano. E ieri sull’argomento sono tornati il ministro degli Esteri e quello della Difesa. Franco Frattini ha fatto sapere di aver parlato a lungo con il ministro degli Esteri afghano, Rangin Dadfar Spanta, al quale ha ribadito «l’assoluta falsità ed offensività delle accuse», che saranno presto probabilmente smentite anche dal capo della diplomazia afghana. E Ignazio La Russa - che giovedì aveva minacciato azioni legali contro il Times - è tornato a parlare di «spazzatura» e ha aggiunto: «Nella loro smania di anti-italianità hanno dovuto già chiedere scusa all’Italia. Al Times voglio ricordare che la migliore testimonianza della lotta contro il terrorismo operata dai nostri soldati, sono proprio i caduti e i feriti italiani.

Che poi l’intelligence cerchi di avvicinare il più possibile la popolazione è arcinoto - ha concluso - ed è non solo lecito ma viene fatto da tutti». Intanto, a supporto della posizione italiana, è arrivata la dichiarazione del ministro della Difesa francese Hervé Morin, che ha detto ieri di non aver «alcun motivo per dubitare della parola del governo italiano».

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