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Il timore del Pdl: Gianfranco tenta il golpe

Berlusconi: "Non ho mai litigato né cercato burrasche. Resto sereno e convinto di ciò che sto facendo". Ma i suoi vanno all’assalto: "L’ex leader di An non ha più un ruolo super partes". Gianfranco beffa la Costituzione: vuol copiare lo speaker Usa. Irritazione del Colle: le alte cariche restino neutrali

Il timore del Pdl: Gianfranco tenta il golpe

Roma I suoi fedelissimi, sotto sotto, accusano l’altro, Gianfranco Fini, di strisciante tentato golpe: «Ha calato la maschera, non ha più il ruolo di super partes, altro che garante». Anzi, «si muove come se avesse già modificato i limiti imposti dalla Costituzione, senza averla riformata in Parlamento, come vorremmo fare invece noi». Parole pesanti, non c’è che dire. Ma ricorrenti, negli ambienti vicini al premier, dove si registra un clima tutt’altro che rasserenato, dopo la tempesta. E Silvio Berlusconi in persona? No, lui smorza, smonta, sminuisce. Duello, scontro, rottura? Ma quando mai. È un Cavaliere accomodante, infatti, quello che interviene in pubblico, lasciando il Teatro alla Scala di Milano, al termine delle celebrazioni per il 65° anniversario della Liberazione.
Così, stretta di mano con Giorgio Napolitano e toni in linea con l’uscita dalla «spirale di contrapposizioni indiscriminate» auspicata dal capo dello Stato. Fini? «Io non ho mai litigato, anche perché per litigare bisogna essere in due», concetto che «ho detto anche a chi ha cercato di farlo», assicura il leader del Pdl. Per capirci: «Non sono mai stato protagonista di burrasche». Anzi: «Sono sempre stato sereno, senza aver mai dato risposte piccate in tanti mesi, e continuo a esserlo, convinto di quello che sto facendo». Tra l’altro, rimarca il presidente del Consiglio, guardando all’età anagrafica, «sono in pace con me stesso, non ho rimpianti, non ho rimorsi, non ho mai fatto male a qualcuno e quando la sera vado a letto, mi guardo allo specchio e dico: se stasera l’Angelo della morte arriva, mi prende con la coscienza pulita».
Parentesi chiusa. Ma come la mettiamo con il furbesco appello di Pier Luigi Bersani in fatto di riforme? «Quando si pensa a una riforma soprattutto dell’architettura istituzionale del nostro Paese attraverso una legge costituzionale - premette il capo del governo - l’auspicio che dobbiamo avere tutti è che ci sia il massimo della condivisione e della partecipazione a una fase dialettica e poi a una fase di approvazione». Seconda fase che, «se ci vedesse tutti concordi, realizzerebbe ciò che con queste celebrazioni abbiamo voluto sottolineare».
Torniamo a bomba. Cosa dire sull’offensiva mediatica preparata da Fini? Per ora nulla, anche se lo aspetta al varco. Prima di sbottare nuovamente, infatti, Berlusconi attende di sentire cosa avrà mai da dire Gianfranco agli italiani, oggi, martedì e chissà quando. Non vuole fasciarsi quindi la testa in anticipo. In parte perché - pronostica chi anche ieri è rimasto in contatto con lui - «Fini non avrà il coraggio di attaccare pure in tv, resosi conto del suo isolamento nel Pdl», in parte perché ha già commesso un «grave autogol».
Ovvero: oggi, 25 Aprile, Festa della Liberazione, cosa fa la terza carica dello Stato invece di celebrare la ricorrenza? Se ne va in tv da Lucia Annunziata («su Raitre, particolare non indifferente», annotano i soliti maligni), a farsi intervistare non certo sui valori della Resistenza. In mezz’ora - è il nome pure della trasmissione - «avrà modo di pontificare sui conflitti interni al Pdl», avverte Giorgio Stracquadanio, lesto ad anticipare il «paradosso». Il paradosso di un presidente della Camera che, «scendendo nell’arena politica, si deligittima da sé, specie in una giornata così particolare». Così, «se era già inaccettabile l’ambiguità mostrata finora, adesso si alimenta un pericolo equivoco, che sembra mosso dall’opportunismo da rendita di posizione». Questione che, non proprio in questi termini, avrebbe irritato pure il Colle.
Mette a fuoco Osvaldo Napoli: «Fini si prepara a una sovraesposizione mediatica incalzante e si è fatto precedere da un editoriale confuso e ridicolo di Generazione Italia, per dire che invoca per sé quello che vale in America per Nancy Pelosi». Ma «una cosa è certa: con il suo comportamento sta facendo il favore più grande all’avversario esterno, Bersani, e a quelli che dentro la coalizione, a suo giudizio, sono gli avversari interni».
Un’altra cosa sembra certa: il videomessaggio con cui oggi Berlusconi entrerà via tg nelle case degli italiani, ricalcherà il discorso tenuto proprio un anno fa a Onna.

Ecco il canovaccio di base: «Viva il 25 aprile, la Festa di tutti gli italiani che amano la libertà».

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