Era un frate francescano conventuale polacco del convento di Niepokalanow. Fu arrestato dalla Gestapo nel 1941 e portato ad Auschwitz. Qui morì l'anno seguente in seguito ai maltrattamenti ricevuti. Fra Timoteo Trojanowski aveva trentaquattro anni. Fa parte del gruppo dei cento e otto martiri polacchi trucidati dai nazisti e beatificati da Giovanni Paolo II nel 1999. Tempo fa in uno dei soliti talk show televisivi «d'approfondimento» (in realtà ognuno dice la sua e lo spettatore rimane non già «approfondito» bensì vieppiù disorientato, specialmente quando, per «alleggerire», l'opinione della starlette vale quella di un vetusto cattedratico); in uno di questi spettacoli di parole, dicevamo, un illustre opinionista sosteneva che i nazisti erano cristiani, volendo intendere che anche l'antisemitismo lo era. In effetti, battezzati erano anche Robespierre e Stalin, anzi quest'ultimo aveva pure frequentato il seminario. Però costoro si erano distinti, ciascuno coi suoi mezzi, nell'ammazzare preti, suore e semplici fedeli. Lo stesso fecero i nazisti di cui sopra, ma dobbiamo aggiungere i rojos spagnoli del 1936 e i federales messicani di dieci anni prima. Tutti regolarmente battezzati e tutti particolarmente impegnati a far fuori cristiani.
E non dimentichiamo quelli che, pur non avendo ucciso nessuno, ci si misero di buzzo buono a cercare di far passare il vizio agli adoratori di Gesù. Da Voltaire a Nietzsche l'elenco è lungo e ancora aperto. È vero, oggi i cristiani al massimo se la cavano con uno sberleffo. Il che è sempre meglio della ghigliottina. Finchè dura...www.rinocammilleri.it- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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