Tiro incrociato su Bornacin: «Si dimetta». «No, resti»

Tiro incrociato su Bornacin: «Si dimetta». «No, resti»

Ha tentato la fuga dal cellulare che lo stava conducendo dal penitenziario di Massa Carrara a quello di Genova ma la sua evasione è andata male e, adesso, Pietro Noci è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Martino ma non rischia la vita. Il tentativo di evasione è avvenuto sull’A12 in un’area di servizio all’altezza di Sestri Levante quando il furgone che lo stava trasportando verso Marassi si è fermato a fare rifornimento. Noci, che era in custodia nella celletta, ha dato in escandescenza sfondando con un pugno il lunotto che comunica con la postazione dell’autista e il poliziotto di scorta ha aperto la porta per mettergli le manette ed evitare episodi di autolesionismo. A quel punto l’uomo ha dato un cazzotto all’agente fuggendo di corsa. Un secondo poliziotto s’è messo all’inseguimento mentre il terzo, appena si è riavuto dal cazzotto, ha sparato per cercare di fermare la fuga. Un proiettile ha colpito il detenuto, un secondo colpo di rimbalzo ha ferito l’agente che stava inseguendo Pietro Noci, mentre alcuni proiettili vaganti hanno perforato la fiancata di un’auto parcheggiata poco distante.
Pietro Noci, 54 anni originario di Milano, è il rapinatore che faceva i suoi «colpi» vestito e truccato da donna. Nella sua «carriera» da rapinatore ha svaligiato istituti di credito e uffici postali sempre indossando scarpe con il tacco, parrucca bionda e trucco sul viso. Quando è stato arrestato dai carabinieri di Genova Noci aveva già scontato 15 anni di carcere sempre per rapine ed era uscito alla fine del 2007. Dopo un paio di mesi si era rimesso di nuovo all’opera. In quasi un anno e mezzo di colpi Noci è riuscito a rubare 200mila euro.


La fuga del detenuto milanese corredata dalla sparatoria e dal ferimento di un agente ha scatenato la reazione dei sindacati della polizia penitenziaria che da tempo segnalano situazioni di difficoltà per lo svolgimento del lavoro dei poliziotti: «Gli accompagnamenti dei detenuti stanno diventando sempre più a rischio, auspichiamo quindi una migliore organizzazione dei trasferimenti» ha commentato Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria: «Riusciamo a svolgere i nostri compiti con sempre maggiori difficoltà. Nelle carceri italiane sono detenute 67.650 persone a fronte di 45mila posti, mentre gli agenti sono sempre meno».

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