RomaTasti il polso degli impiegati della Regione nellera Soru e la diagnosi è spietata: embolo. I sintomi ci sono tutti: dolore, affanno, pessimismo ma soprattutto rabbia. Lira trabocca dalle pagine del blog dei dipendenti regionali che si sfogano su tutti i fronti: consulenze elargite ad amici «tiscalini», concorsi pasticciati, assunzioni siglate in barba ai regolamenti, atteggiamenti antisindacali e sforbiciate a personale e salari di quelle che lasciano il segno.
Limputato numero uno è lui, il Governatore dimissionario che dai suoi si beccò laugurio di Natale: «Mai regalo fu più gradito delle sue dimissioni». Il messaggio è secco come una sberla in piena faccia: «La sua esperienza politica non ha dato i risultati che migliaia di sardi speravano... Governare la Sardegna è faccenda ben più complessa che gestire unazienda... La politica è mediazione ma anche compromesso e un bravo politico deve sciogliere il nodo gordiano senza ricorrere alla spada come fece Alessandro Magno. Lei ha sempre usato la spada per risolvere i problemi. Ma lei, presidente, non è Alessandro Magno». Un veltroniano pentito commenta: «Ha creato solo disagi e fratture; e purtroppo non ha saputo risolvere un problema che sia uno. Credo proprio che darò il mio voto al centrodestra perché il centrosinistra per troppo tempo non ha saputo fare nulla...». Ennio è certo: «I sardi sono abbastanza stufi di questuomo e il 15-16 febbraio faranno in modo che si possa accomodare, finalmente, tra i banchi dellopposizione». Roberto ha un rospo in gola grande come una casa e lo sputa con tutta la veemenza possibile: «Il caro presidente, riguardo ai dipendenti dellamministrazione regionale, ha detto testualmente Quando riconsegnerò le chiavi lascio una Regione senza scheletri nellarmadio, senza una tv in ogni stanza ma con più computer.... Da dipendente della Regione mi sento offeso. Penso che il caro ex presidente non abbia girato nelle stanze degli assessorati... Parlare di tv (inesistenti) in ogni ufficio è offendere la dignità e lonestà di ogni singolo dipendente».
E i sindacati? Mica stanno con le mani in mano.
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