Renato Soru torna ufficialmente alla guida di Tiscali e il passaggio di consegne con Mario Rosso (che secondo voci potrebbe approdare al Sole 24 Ore) segna la fine del processo di ristrutturazione culminato con la vendita delle attività in Gran Bretagna. Ora la società opererà soltanto in Italia dove ovviamente le difficoltà non mancheranno, complice la crisi economica e la forte concorrenza. Forse è per questo che non è stato elaborato un nuovo piano industriale. Insomma, non ci sono per il momento idee nuove di rilancio del business. Quanto ai risultati le attività italiane sono in utile: i nove mesi si sono chiusi in attivo per 10,5 milioni di euro. Per il gruppo sono confermati gli obiettivi di una sostanziale riduzione della perdita nel 2010 a 6,3 milioni e un utile nel 2011. A fine settembre la perdita consolidata è però pesante, pari a 418,4 milioni di euro (98,2 milioni nel 2008), a causa degli oneri della ristrutturazione e dalla minusvalenza per la cessione della controllata inglese.
Nei 9 mesi i ricavi scendono a 221,6 milioni (-9,5%), mentre cresce il risultato operativo lordo rettificato a 69,9 milioni (+14,8%) che è positivo per 5,3 milioni di euro (contro i 7,5 milioni del 2008), un dato su cui pesano i costi della ristrutturazione. In Italia, poi, il risultato operativo lordo rettificato si è attestato a 69,1 milioni (+48,8%). «La società ha prodotto 39 milioni di euro di cassa anche se solo 3,8 milioni - ha spiegato Soru in conference call con gli analisti - sono diventati free cash flow operativo: il resto è andato a ridurre il debito commerciale».
Sono aumentate le attivazioni (19mila in ottobre) e così i clienti a banda larga ora sono 553mila.
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