Titoli giù del 3%, come se le sorti di 140mila azionisti dipendessero da vendette politiche. Calano, secondo le previsioni, gli utili trimestrali

Giornata dei conti per Mediaset: presentati, come si conviene, a Borsa chiusa. Ma per tutto il giorno sul titolo (-2,9%) avevano già pesato, come un macigno, le voci di una imminente crisi di governo, che trascinerebbe con sè anche il Biscione: o meglio, così scrive Repubblica, dimenticando che le logiche dell’economia non sono la fotocopia di quelle della politica. E nel caso dei gruppi editoriali, come Mediaset coi suoi 140mila azionisti, seguono piuttosto quelle della pubblicità: che, come ben sanno gli analisti, non sta vivendo un momento particolarmente roseo. Così, anche i risultati del gruppo hanno «ovviamente risentito - spiega la nota di accompagnamento al bilancio dei primi nove mesi, approvato dal cda presieduto da Fedele Confalonieri - del difficile quadro economico internazionale: in tale contesto, tuttavia, il gruppo ha consolidato le proprie quote di mercato pubblicitario, ha confermato la miglior performance di raccolta nel settore tv e mantenuto la leadership d’ascolto sui target commerciali di riferimento».
La parola passa quindi ai numeri: nei primi nove mesi dell’anno Mediaset ha registrato un utile netto di 166,6 milioni, in calo rispetto ai 192,6 milioni dello stesso periodo del 2010. Stabili i ricavi (-0,17%) a 3.040 milioni. Prosegue invece la crescita di Mediaset Premium: i ricavi da attività caratteristica (vendita di carte, ricariche, abbonamenti Easy Pay e raccolta pubblicitaria) passano dai 385,5 milioni di euro al 30 settembre 2010 ai 449,2 milioni del 2011, con un aumento del 16,5%. Ma per quanto riguarda la pubblicità, motore della tv generalista, la ripresa è ancora lontana: a fine anno la raccolta pubblicitaria delle reti in chiaro di Mediaset dovrebbe registrare un calo di raccolta pubblicitaria di «circa il 3%» rispetto al 2010, ha detto agli analisti Luigi Colombo, managing director di Publitalia. «Alla luce dei risultati consolidati registrati al termine dei primi nove mesi - conclude Mediaset - e delle aspettative sia sulla raccolta pubblicitaria televisiva sia sulle performance delle altre aree di business del gruppo, si conferma la previsione di chiudere l’esercizio 2011 con un risultato netto consolidato inferiore a quello del 2010».
La politica dei dividendi, comunque, «resterà invariata: posso confermarlo», ha detto il direttore finanziario del gruppo, Marco Giordani. E «non tocca in nessun modo Mediaset - ha aggiunto - la ristrutturazione del debito di Endemol», la società di produzione di contenuti televisivi controllata al 33% dal gruppo ed in ricerca di un assetto stabile dopo il congelamento dei pagamenti ai grandi creditori. Certo, per venderla è il «momento peggiore» e quella sulla società, gravata da 2 miliardi di euro di debiti, è una decisione «complicata». «L’unica cosa che posso dire - ha spiegato Giordano - è che la compagnia sta negoziando. Onestamente, non vediamo molte alternative sul tavolo».

E riguardo alle offerte,come quelle dell’americana Time Warner: «Siamo contenti di quanto leggiamo sui giornali, ma siamo in grado di fare un’offerta anche se vogliamo mettere più soldi solo se c’è una chiara strategia, vedremo», conclude Giordani.

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