da Rimini1
L«Auto Europa 2009» è lAlfa Romeo MiTo. L'ultima nata col brand del Biscione ha prevalso sulla concorrenza di altre venticinque novità introdotte sul mercato nel corso dell'ultimo anno: il riconoscimento assegnato dall'Unione dei giornalisti dell'automotive (Uiga), che tiene conto non solo di qualità tecniche, controvalore rispetto al prezzo di vendita, prestazioni e dotazioni di sicurezza, ma anche di consumi, finiture e completezza degli accessori, ha premiato l'esito di un progetto capace di riassumere il meglio di quanto il Gruppo Fiat può oggi proporre in una vettura di grande serie, destinata a uno dei segmenti più vivaci e combattuti del comparto.
Design originale di forte impatto estetico, motori pepati e una personalità che strizza l'occhio agli automobilisti più giovani e trendy, la piccola Alfa, che richiama da vicino la sportivissima 8C, si è imposta sulla nuova Lancia Delta e sulla rinnovata Ford Fiesta.
È la quarta volta, nelle 23 edizioni dell'«Auto Europa», che una vettura del Biscione riceve il prestigioso premio, dopo le 164, 156 e 166. «Siamo felici - ha sottolineato l'ad di Alfa Romeo Automobiles, Luca De Meo - che una così autorevole giuria abbia riconosciuto la forza e la modernità dell'idea di concentrare i grandi valori del marchio in una vettura compatta; il premio Auto Europa 2009 rappresenta un grande auspicio di successo nel progetto di rilancio al quale ci stiamo dedicando con passione». Facendo ampia leva sull'ingresso deciso in una fascia di mercato inedita, con l'obiettivo dichiarato di creare una nuova generazione di alfisti. La piccola di Casa Alfa è stata presentata lo scorso giugno a Milano, ponendo l'accento soprattutto sui contenuti tecnici del modello, che lo caratterizzano e lo distinguono in maniera evidente dalla cugina Fiat Grande Punto, con la quale condivide la piattaforma. Prodotta a Mirafiori, la vettura ha richiesto un investimento di 350 milioni di euro.
L'obiettivo di vendita indicato dalla Casa si aggira tra le 70 e le 80mila vetture l'anno, di cui la metà all'estero. Un contributo fondamentale al target di 300mila vetture del Biscione che consentirebbero al marchio di tornare a fare utili.
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