IL genitore deve risarcire i danni causati dalla cattiva educazione impartita ai figli. Lo ribadisce la Corte di cassazione, che ha condannato i genitori di un ragazzo, allepoca dei fatti minorenne, al risarcimento dei danni (oltre 9mila euro) nei confronti di un altro minore, al quale il ragazzino aveva procurato ferite alla bocca colpendolo con un colpo di racchetta da tennis.
La Corte dappello di Palermo, infatti, aveva ritenuto responsabili i genitori dellaccaduto, «sia sotto il profilo della «culpa di aeducando», che della «culpa in vigilando», pur riconoscendo un concorso di colpa pari al 30% del minore ferito.
La Suprema corte (terza sezione civile, sentenza n. 9509), rigettando il ricorso, ha rilevato che «gli attuali ricorrenti avrebbero potuto offrire, al fine dellesonero della loro responsabilità, la prova liberatoria richiesta ai genitori dallarticolo 2048 c. c. e, cioè di non aver potuto impedire il fatto illecito commesso dal figlio minore, capace di intendere e di volere», prova che, secondo gli ermellini, si concretizza, normalmente nella dimostrazione, «di avere impartito al minore uneducazione consona alle proprie condizioni sociali e familiari», e «di avere esercitato sul medesimo una vigilanza adeguata alletà».
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