VeneziaVolto diafano, lunghissime dita, andamento così aristocratico come le sue lentiggini che sembra giunta direttamente da un altro secolo. Magari quel periodo a cavallo tra Settecento e Ottocento a cui Vittoria Puccini pare essere ormai abbonata. Dopo lenorme successo di Elisa di Rivombrosa la vedremo questinverno su Rai Uno protagonista di Violetta, miniserie ambientata negli anni dellUnità dItalia diretta da Antonio Frazzi sul solco dellopera verdiana La traviata. Intanto stasera sarà la madrina della Mostra Internazionale dArte Cinematografica numero 68: «Vivere questa esperienza - dice lattrice quasi trentenne - è elettrizzante, essere la padrona di casa al festival più antico del mondo è davvero un onore» Un ruolo però che, paradossalmente, risulta essere anche una delle interpretazioni più difficili nella carriera di attrice. Ne sanno qualcosa le protagoniste recenti, da Ambra a Isabella Ragonese, con lincubo della gaffe dietro a ogni parola. E così Vittoria Puccini diligentemente si prepara: «Spero di avere la forza per essere più intraprendente e di non farmi prendere dallansia e dalla timidezza. Farò un discorso personale, qualcosa di molto semplice ma che mi rappresenta». Daltro canto lesergo, da Seneca, sulla sua pagina internet recita proprio così: «Il linguaggio della verità è semplice».
Per quanto riguarda invece la mise per la serata il buio è totale: «Ho provato tantissimi vestiti, difficile scegliere». Per una settimana lattrice, diretta al cinema da Sergio Rubini, Pupi Avati, Gabriele Muccino e Lucio Pellegrini, dice di voler giocare «a fare la diva perché questa è unoccasione unica. Sarò circondata da persone che ammiro ma anche da tante che conosco». Una per tutti quel George Clooney di cui lei annuncerà il film di apertura, Le idi di marzo, e su cui appare preparatissima: «Beh, è inutile negare che sia un uomo molto affascinante, e anche molto bello. Ma laspetto che mi colpisce persino di più, in lui, è il suo coraggio, la sua personalità di regista. Nel suo Good Night, and Good Luck ha saputo proporsi come autore di cinema sofisticato, con un rigore narrativo e formale straordinario. Non me lo aspettavo».
Così lattrice che «non rinnegherà mai il successo di Elisa di Rivombrosa» e sogna un ruolo agli antipodi nei panni di Eva Kant, la fedele compagna di Diabolik, si scopre anche attenta cinefila: «Con la mia famiglia, ero bambina, andammo a vedere Otto e mezzo di Fellini e in quel momento capii che il cinema poteva essere il mio mondo».
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