A New York c'è un modo femminile di fare moda, una storia woman to woman tanto dal punto di vista creativo, quanto in termini di atteggiamento. Lo dimostra il successo di Tory Burch, signora della buona borghesia di Manhattan che in sette anni ha creato un piccolo impero (fattura 500 milioni di dollari e vanta mille dipendenti) sullo stile delle donne come lei. Non a caso ha chiamato «Reva» come sua madre le magnifiche ballerine che l'hanno resa celebre, un modello inconfondibile per via del grande medaglione metallico con il logo della maison applicato sulla punta. In Internet circola una lettera aperta alla stilista scritta da una ragazza che, secondo i medici del Beth Israel Hospital, non ha perso le dita di un piede sotto la ruota del taxi da cui era appena scesa grazie alla decorazione delle sue scarpette. «Mi sono ispirata allo stile di Deauville negli anni Venti» ha detto la Burch prima che sfilasse la sua deliziosa collezione estate 2012. Pieni di grazia e delicatezza, ma al tempo stesso puliti, lineari e portabili. Tutta diversa la storia di Donna Karan, capostipite delle stiliste americane e gran sacerdotessa del cosiddetto «body conscious look», lo stile delle donne così consapevoli del loro corpo da mostrarne le parti migliori. Per la prossima estate Donna pensa all'Africa e decora con sontuosi motivi tribali gli abiti bustier, le stupende gonne con volute e riprese da tutte le parti e i costumi da bagno belli come abiti da sera. Il risultato è una moda che anche le tonde possono portare.
Meno aderenti del solito e più accessibili come prezzo (da 480 a 1200 dollari) i capi della linea Victoria di Victoria Beckham che l'ex Spice Girl presenta seduta su un divano bianco con in braccio la sua ultimogenita. «Si chiama Harper come un grande scrittore» spiega alludendo ad Harper Lee, autore de Il buio oltre la siepe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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