Le toghe che aiutavano Consorte inchiodate da 17 intercettazioni

Così il giudice Castellano e il pm Toro avrebbero dato notizie riservate al leader Unipol. Il Csm prepara le sanzioni

Le toghe che aiutavano Consorte inchiodate da 17 intercettazioni

Anna Maria Greco

da Roma

A mettere nei guai Francesco Castellano e a coinvolgere Achille Toro sono 17 intercettazioni telefoniche: 13 conversazioni tra il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano e Giovanni Consorte, numero uno di Unipol impegnato nella scalata alla Bnl, che tirano in ballo anche il procuratore aggiunto di Roma; due di Consorte con il suo vice Ivano Sacchetti e altre due con la sua compagna, probabilmente Liana Bertolazzi. Tutte avvengono tra il 5 e il 24 luglio, mentre Unipol lancia la sua Opa. E raccontano di incontri tra Consorte e il suo «amico di Milano» Castellano, degli avvertimenti e dei consigli del magistrato al capo della compagnia assicurativa delle Coop rosse, di favori chiesti e di consigli offerti in cambio di delicate informazioni avute da un collega in toga di Roma.
Castellano e Toro, ora indagati dalla Procura di Perugia, sono nel mirino del Csm che proprio domani deciderà probabilmente di trasferire d’ufficio il magistrato milanese e poi esaminerà la posizione di quello capitolino.
Che sia probabile un primo severo provvedimento contro Castellano lo dice il tenore delle intercettazioni, arrivate a palazzo de’ Marescialli il primo agosto dalla Procura di Milano, insieme al cd-rom con la viva voce degli interessati e agli atti giudiziari in questione. E lo dice la proposta del relatore, Francesco Menditto, che domani sarà messa ai voti. Poco più di due pagine in cui si accusa il magistrato milanese di aver «tenuto comportamenti lesivi del prestigio dell’ordine giudiziario e gravemente pregiudizievoli dell’autorevolezza delle sue funzioni e dei rapporti di fiducia che devono intercorrere tra i magistrati di uffici giudiziari della stessa sede». Di qui la richiesta di un trasferimento per incompatibilità ambientale e funzionale.
Ma che cosa dice Castellano a Consorte di così grave? Il presidente Unipol gli chiede un parere sull’interpretazione della legge sull’insider trading, visto che è sotto procedimento penale a Milano. Lui è ben felice di essergli utile, ricordandogli di interessarsi a un giovane che gli sta a cuore. Il 9 i due si incontrano a Bologna. Castellano, sollecito, chiede a Consorte la documentazione e, dopo averla ricevuta, il 10 luglio promette: «Ti scrivo quella noticina e te la mando».
Il 12 il magistrato chiama ancora Consorte. Vuole vederlo di persona e l’altro lo invita a chiamarlo «da un telefono fisso». Allora Castellano sembra avvisarlo che la sua utenza può essere intercettata: «Guarda che qui, non ti preoccupare, che tutti, non pensare di essere esente». I due si incontrano a Bologna. Castellano è stato nella capitale e ha qualcosa di delicato da dire a Consorte. «A Roma circolano voci in merito ad eventuali azioni legali contro Unipol», informa, promosse dalla banca spagnola Bbva. Poco prima dell’incontro con Castellano, Consorte parla con la sua compagna, lamentandosi del fatto che il magistrato pretende troppo. «È diventata una rottura di coglioni... Perché molte volte mi chiama semplicemente per risolvere cazzi suoi». Il manager aggiunge che il giorno dopo deve andare a Roma: «Mi vuole vedere il Governatore». E poi: «Vedo il cinghialone». Fa commenti su Fiorani indagato: «Non so perché s’è messo in questa situazione... Gliel’avevamo detto». Interrompe la telefonata proprio Castellano, che è in arrivo. In serata Consorte riferisce a Sacchetti del colloquio con «il nostro amico di Milano». Già gli aveva dato informazioni interessanti, ma ora «è andato giù e... ha imparato altre robe». «Hanno fatto un esposto - spiega - dicendo che noi abbiamo utilizzato i soldi degli assicurati per fare l’operazione (...). Tant’è vero che io sono nel libro degli indagati, però non lo sa nessuno». Castellano ha parlato con qualcuno a Roma e «i due sono molto, molto amici». Anche sulla base delle dichiarazioni fatte dagli interessati, Menditto conclude che si tratta di Achille Toro (titolare delle indagini sul sistema bancario). «Lui a ’sto punto gli ha spiegato tutto quello che gli avevo detto - racconta Consorte sempre a Sacchetti -, quindi ha detto: “Vabbè, ho già capito tutto, questo sta qua e non si tocca!”». Il presidente di Unipol parla di altri che sono «nel casino», «il cinghialone e il suo amico». Poi aggiunge: «Il consiglio è: guarda, siccome state facendo una cosa eccezionale - lui gli ha raccontato e quelli sono molto contenti - cercate di evitare qualunque tipo di connessione!».

«Sembra che l’obiettivo vero è il cinghialone... Le prove che hanno messo insieme sono pesanti, eh!». Consorte aggiunge: «Volevano anche intervenire sul piano della restrizione personale, ma hanno deciso di lasciar fare le cose».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica