«Toghe sovversive» Csm in panne Niente fascicolo contro il Cavaliere

Più che un obbligo di legge è un riflesso condizionato, pavloviano. Ogni volta che Silvio Berlusconi accusa i magistrati il Csm apre una cosiddetta «pratica a tutela» per difendere i pm o i giudici finiti nel mirino del presidente del Consiglio. È successo anche per la frase «toghe sovversive» pronunciata dal premier durante l’ultimo ufficio di presidenza del Popolo della libertà. Lunedì uno dei membri dell’organo di autotutela della magistratura, Mario Fresa, aveva annunciato che anche quella frase sarebbe stata acquisite nel fascicolo già aperto contro Berlusconi. Ieri è arrivata la frettolosa retromarcia. «Non abbiamo mai acquisito le ultime dichiarazioni del premier», ha detto il suo collega Mauro Volpi. Che cosa è successo nelle ultime 24 ore? Un piccolo pasticcio, che il Csm ha minimizzato così: «I componenti della prima Commissione referente avevano, all’unanimità, già reputato “non utilizzabili” quelle frasi ma è stata necessaria una ulteriore precisazione del presidente della Commissione, Fiorella Pilato».

Quella frase («Le toghe vogliono sovvertire l’esito del voto) è stata pronunciate da Berlusconi in un contesto politico (l’ufficio di presidenza del Pdl) e dunque non è utilizzabile. «Abbiamo ritenuto che le affermazioni del premier sulle Procure di Palermo e Milano - ha spiegato Volpi - fossero sufficienti per portare avanti la pratica a tutela già aperta».

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