Toh, anche sul grattacielo Torino nasconde il numero dell’Anticristo

Alla diceria di Torino «città esoterica» non avevamo mai dato molto credito, sebbene gli appassionati di occulto la dicessero doppiamente «magica», essendo la sola a far parte dei due «triangoli» appunto «magici», quello «bianco» con Lione e Praga, e quello «nero» con Londra e San Francisco. Non avevamo creduto a tale diceria nemmeno sapendo che, stranamente, Torino è la città più menzionata nelle Centurie di Nostradamus (stranamente, abbiamo detto, perché Nostradamus scriveva quando Torino era poco meno che un borgo). Ma ora ci si mettono anche il consiglio comunale, la giunta e il sindaco torinesi a inquietarci. Com'è noto, il 10 settembre 2008 il sunnominato consiglio comunale ha approvato la costruzione del grattacielo-torre della banca Intesa-San Paolo, progetto di Renzo Piano, che i committenti avevano pensato alto m. 190. Ebbene, il consiglio ha però preteso che l'altezza fosse ridotta a m. 166,66. Strano numero, di precisione quantomeno curiosa. La riduzione, ha giustificato il sindaco, è stata voluta per non far concorrenza alla Mole Antonelliana, ormai simbolo visivo della città e top della sua skyline. Facendo due conti, poiché la Mole è alta esattamente m. 167,32, la riduzione risulterebbe di cm. 66. Ora, tutti questi «6» in qualunque altra città sarebbero passati inosservati. Si sa, infatti, che «666» è il «numero della Bestia» o dell'Anticristo nell'Apocalisse (cap. XIII). E, guarda un po', il sindaco di cui sopra è stato eletto (nel maggio 2006, battendo Buttiglione) con una percentuale singolare: 66,6%. Tenendo conto, infine, che il grattacielo in questione sarà la sede della maggiore banca italiana, si potrebbe pensare, apocalitticamente parlando, alla Torre di Mammona, con le sue misure inderogabili e nella città giusta.
Quando Giovanni Paolo II visitò Torino nel 1988, parlando a braccio se ne uscì col grido: «Torino, convertiti!». E fu subissato di contumelie. Come si permetteva? Il fatto è che, pare, quel Papa «mistico» aveva avvertito come qualcosa di maligno nell'aria. Disse anche, tuttavia, che «là dove ci sono i santi entra anche un altro che non si presenta col suo nome. Si chiama il principe di questo mondo, il demonio». Infatti, la diocesi torinese può vantare un numero impressionante di santi e beati. Ma è anche quella col maggior numero di esorcisti in servizio permanente. Fu proprio a Torino che, coincidenza, Nietzsche terminò il suo Der Antichrist. Be' noi ci scherziamo su, perché ai numeri si può far dire quel che si vuole. Ma, fissati a parte, c'è chi quel «numero dell'Anticristo» lo prende maledettamente sul serio, e non si tratta di realtà di secondo piano. Nel 2000 a Mosca l'intera gerarchia ortodossa scese in piazza per chiedere al governo di eliminare il codice a barre dalle merci. Detto codice, infatti, contiene il numero 666 e nell'Apocalisse sta scritto che, senza quel numero, «nessuno potrà vendere e comprare»; esso verrà portato da tutti «sulla fronte e sulla mano» (cosa che, nell'era elettronica, fa pensare a microchip sottocutanei o a tatuaggi visibili solo allo scanner: proposte già seriamente avanzate).
Ma, tranquilli: Torino è anche la città nei cui paraggi Costantino vide nel 312 la croce luminosa nel cielo, «In hoc signo vinces». Avrebbe più da temere, semmai, Roma, la città del Papa.

Là il numero di telefono che connette tutti i servizi messi a disposizione del cittadino e del turista è dato dalla triplice ripetizione del prefisso: 060606. Ma, diversamente dall'ortodossia russa, nessun prelato vaticano ha protestato per farlo modificare. E se non ci credono loro...

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