Tolleranza zero contro i falsi invalidi: uno su dieci sorpreso a fare il furbo

RomaPrimum vivere deinde philosophari. «Prima di tutto si pensa a vivere poi anche alla filosofia». L’aristotelico Giulio Tremonti ha spiegato così ai sindacati la necessità di essere rigorosi nel contenimento della spesa pubblica. Ecco perché la manovra biennale non può esimersi dal rendere più stringenti i criteri in base ai quali vengono assegnate le pensioni di invalidità.
«Sono cresciute da 6 a 16 miliardi», ha ribadito ieri Tremonti ricordando i dati dell’Inps. Di qui l’obbligo di tornare al vecchio regime, quello in vigore fino al 1988. Con la manovra «salva-euro» per i cittadini italiani sarà più difficile accedere a questo tipo di sussidio. Paradossalmente ciò accade nel momento in cui per gli extracomunitari sarà più semplice ottenerlo.
Ma cosa prevede la manovra? Sostanzialmente si basa su quattro punti-cardine che hanno un unico obiettivo: ridurre i costi. Il primo è l’elevazione della percentuale di invalidità dal 74 all’80 per cento per la concessione dell’assegno. Tale misura resterebbe una scatola vuota se non fosse accompagnata da una revisione della procedura di accertamento dell’handicap, altro tassello previsto dalla manovra. Attualmente l’accertamento è affidato alle aziende sanitarie che però non operano su criteri standard, ma in base a generiche prescrizioni. Dall’anno prossimo saranno previsti accertamenti collegiali ad hoc per vagliare tecnicamente se il richiedente abbia diritto o no alla prestazione. Insomma, sarà più difficile adoperare quella discrezionalità che ha fatto delle pensioni di invalidità uno strumento di consenso elettorali in Regioni come Calabria, Campania e Sicilia.
Per impedire che questo strumento si trasformi in un bancomat a carico dello Stato agli enti locali sarà chiesto di farsene carico. Le Regioni, in base ai principi stessi del federalismo, dovranno contribuire alle spese per invalidità civile. Il 45% dei trasferimenti saranno ripartiti tenendo conto della distribuzione pro capite della spesa effettuata in ciascuna Regione per invalidità civile.
La misura più importante, però, è il rafforzamento del piano di controllo dei falsi invalidi. L’Inps dovrà effettuare 100mila verifiche nel 2010 e 200mila per ciascuno degli anni coperti dalla manovra. Verifiche annue per ciascuno degli anni 2011 e 2012 nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile. Sulle 200mila pratiche controllate nel 2009 l’Inps ne ha cancellate oltre il 10% con un risparmio potenziale di oltre un miliardo di euro.


Il problema, infatti, non è solo nell’espansione delle prestazioni (il numero degli assistiti è cresciuto a quota 2,7 milioni superando Francia e Germania), ma nell’indennità di accompagnamento che assorbe il 75% della spesa ed è assegnata per le disabilità gravi indipendentemente dal reddito. Ma dall’anno prossimo cambierà tutto, almeno per gli italiani.

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