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Tomba che piace agli sponsor sfida Belmondo e Compagnoni

Scartati la Di Centa, la staffetta e persino l’ipotesi Del Piero

(...) anche un «uomo sandwich» e il Coni che vorrebbe un campione puro, mai toccato da problemi di smargiassate, cosa che metterebbe fuori gioco Tomba con tutte le bischerate che ha combinato fuori dalle piste da sci, dalla coppa tirata addosso a un fotografo all’uso disinvolto della paletta da carabiniere, ma anche di velati sospetti di doping, cosa che toccherebbe più di un campione del fondo, ma non l’idolo di casa Stefania Belmondo.
Memori del fatto che ad Albertville, nel 1992, fu Michel Platini ad accendere il fuoco tutti a giurare che all’ultimo non spunterà fuori Del Piero. Sarà una scelta «invernale» legata allo sci. Ma alpino o nordico?
Ieri mattina si ipotizzava una soluzione multipla, cinque tedofori a sfilare assieme e poi ognuno a prendersi cura di uno dei cinque punti dai quali si sviluppa il tripode. Si sono fatti pure i nomi: Belmondo, Di Centa, Tomba, Compagnoni e la staffetta campione a Lillehammer del ’94 (De Zolt-Albarello-Vanzetta-Fauner), ma l’ipotesi in serata si sgonfiava perché sarebbe suonata come una scelta alla Ponzio Pilato, uno scegliere tutti perché non si aveva il coraggio di optare per uno preciso.
Simpatica l’immagine fatta da un dirigente del Foro Italiano: «È come quelli che ordinano cioccolata con panna perché non sanno se preferiscono la cioccolata o la panna».
In tal senso la cioccolata è rappresentata da Tomba, opzione gradita al Toroc, e la panna da Belmondo e Compagnoni, spinte dal Coni. Si tratta di scegliere un criterio, deciso quello tutto viene di conseguenza: Tomba ha vinto tre ori (due a Calgary e uno ad Albertville), Deborah pure, ma in tre Olimpiadi consecutive (Albertville, Lillehammer e Nagano), riprendendosi tra l’altro più volte da incidenti di notevole gravità.
Infine la Belmondo: nessuno è salito sul podio tante volte come lei, dieci, ma solo in due circostanze da vincitrice.

Da qui il lungo discutere.

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