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Toni mitraglia: «I miei gol per Firenze e il mondiale»

Le sue reti valgono 19 dei 22 punti in classifica. E con la t-shirt fa beneficenza. Prandelli: «Come i grandi, sa sempre dov’è la porta»

Massimo Bianchi

da Firenze

Maurizio Zamparini non lo ammetterà mai, ma quando decise di contattare la famiglia Della Valle per offrire il cartellino di Luca Toni, commise un errore davvero imperdonabile. Proprio sul centravanti di Pavullo, elevato al rango di «patrimonio della città» dal presidente Della Valle e quindi dichiarato assolutamente incedibile, la Fiorentina di Cesare Prandelli sta costruendo il brillantissimo campionato. E quei dieci milioni cash, pagati da Pantaleo Corvino alla società rosanero al termine di un lungo braccio di ferro - vincente al ribasso - appaiono come i soldi meglio spesi durante l’intera gestione Della Valle. Mentre a Palermo si arrabattano con Caracciolo e Makinwa, al Franchi ci sono trentamila che vanno in deliquio per il centravanti emiliano svezzato in provincia prima di approdare in serie A, anno 2000, con la casacca del Vicenza. Brescia e Palermo le tappe successive, che lo hanno portato anche a conquistare una maglia azzurra con Lippi e una candidatura seria per il Mondiale in terra di Germania.
Lui, Toni, a Firenze è diventato un idolo, il vero erede di Gabriel Batistuta. Da Bati-gol a Toni-gol il passo è stato brevissimo. E i 12 gol in 10 partite segnalano che non ci sono più rimpianti per l’argentino scoperto in videocassetta da Vittorio Cecchi Gori cui il popolo della Fiesole aveva pure dedicato una statua di cartapesta. Non ci ha messo poi tanto Toni a entrare in sintonia con i suoi nuovi tifosi. Anche l’idea di indossare, sotto la divisa ufficiale, una maglietta personalizzata con una scritta «Toni e... furmini» prettamente toscana, è stata apprezzatissima: così che quella t-shirt esibita a ogni gol non solo sta diventando un oggetto di culto, ma anche un veicolo di beneficenza per l’Ospedalino Mayer, alle casse del quale Luca ha deciso di devolvere i proventi delle vendite.
Dodici reti in 10 gare le aveva realizzate anche Batistuta nel ’94: a favore di Toni il fatto che i suoi centri sono stati sempre decisivi per il risultato, 19 punti sui 22 dell’attuale classifica viola sono riferibili ai suoi exploit. «Segno per la Fiorentina, ma anche per raggiungere i mondiali: in tal senso i miei gol valgono doppio». Se poi si pensa che Miccoli nella passata stagione per realizzare 12 gol impiegò tutto il campionato, si capisce bene il salto di qualità che Toni ha fatto compiere all’intera squadra. «È un giocatore che vede sempre la porta, dovunque si trovi. Come le grandi punte. È il suo segreto e per noi il vero valore aggiunto», ha raccontato Prandelli che, invece, ha voluto evitare confronti con Adriano che allenò a Parma. In attesa che Bojinov e Pazzini riescano a integrarsi. La Viola continuerà a correre a fari spenti almeno fino alla fine di dicembre, quando sarà la classifica a orientare le scelte. I Della Valle sono disposti a investire ancora: per puntare davvero in alto la Fiorentina non può essere totalmente dipendente dai gol di Luca Toni e dalle parate di Sebastian Frey. «A Natale faremo il punto e decideremo le strategie. Se lo riterremo necessario allargheremo una rosa che Prandelli ritiene un po’ ristretta», la promessa di Andrea Della Valle. E la Firenze calcistica avvisa la concorrenza: siamo tornati.

Arrabbiati, vaccinati e finalmente vincenti.

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