Toni Negri per tre mesi in aula prende 3100 euro

da Roma

Più che deprecare l’onorevole pensione del professor Toni Negri, bisognerebbe stupirsi per quella di Antonio Bassolino, e interrogarsi sul destino economico di Walter Veltroni. Con una consolazione, che è tra le poche e giuste novità di questa legislatura stroncata a soli venti mesi di vita: salga in Campidoglio Francesco Rutelli o Gianni Alemanno, nessuno dei due potrà cumulare l’indennità di sindaco con la pensione di ex deputato.
Bassolino invece, cumula ancora la ricca indennità di governatore della Campania col vitalizio di ex deputato, avendo trascorso due legislature a Montecitorio prima di fare il sindaco di Napoli e poi il governatore regionale. Niente a che vedere coi dolori del giovane Walter, che a maggio perderà l’onorevole pensione, 9.900 euro lordi, l’indennità di sindaco, 5.500 netti, e non ha ancora l’età per la pensione di giornalista che sta maturando. Dovrà accontentarsi della sola indennità parlamentare. E poiché assicurava di destinare il vitalizio ai bambini dell’Africa, l’interrogativo inquietante ora è: taglierà i fondi ai poveri negretti?
Di Toni Negri, dicevamo. Riceve un vitalizio di 3.108,58 euro lordi al mese, essendo stato eletto a Montecitorio dai radicali nel 1983, e avendo compiuto 60 anni nel ’93.

Lavorò per tre mesi, prima di rifugiarsi in Francia per evitare il carcere, ma incassando ugualmente l’indennità sino alla fine della legislatura. Dunque perché stupirsi se prende anche la pensione? Quei tre mesi di attività parlamentare, sono stati proprio fruttuosi.

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