Tony Damascelli
nostro inviato a Torino
La Juventus ha sette punti di vantaggio sul Milan. Significa che ieri sera ha pareggiato (1 a 1) contro la Fiorentina e dovrebbe andare in pellegrinaggio in qualche santuario, non sponsorizzato, per come le sono andate le cose. Proprio così, è un momentaccio per i campioni già messi fuori dallEuropa e adesso sullorlo di una crisi di nervi oltre che di muscoli. La squadra non riesce più a vincere (ultima 18 marzo a Livorno) e offre immagini disarmanti, contro qualunque avversario, grande o piccolo.
Nel primo tempo si è vista una sola squadra giocare a football, la Fiorentina. Ha sprecato un rigore, calciato da Jimenez dopo 16 minuti per fallo parrocchiale di Zebina su Toni ma parato con bravura da Abbiati (che allultimo secondo aveva preso il posto di Buffon ammaccato a un muscolo durante il riscaldamento) e colpito anche un palo, al munuto 2l, con un pallone deviato da Giannichedda pressato da Jorgensen, costruendo sempre gioco e sbrigando le faccende di difesa senza dover sudare. Di contro si sono visti i soliti noti vestiti di bianco e nero camminare per il campo, bolliti mesti più che misti, per responsabilità proprie e di chi li deve gestire. Mi spiego, tanto il silenzio stampa è un buon alibi per chi invece dovrebbe spiegare certe scelte: Capello ha rimesso in campo la coppietta francese Zebina-Vieira. Il primo si è presentato stendendo Toni per il penalty e sbagliando almeno mezza dozzina di palloni; il secondo ha proseguito la sua promenade italiana, senza dare un solo segnale di reattività nonostante la settimana di vacanza. Per fortuna dellallenatore juventino Giannichedda, trascurato a lungo, ha fatto gli straordinari mentre in panchina Balzaretti e Blasi sicuramente si saranno domandati perchè mai le lro madri non li hanno fatti nascere in Francia, avrebbero infatti ricevuto diverso trattamento.
A parte le facezie la Juventus del primo tempo ha ribadito tutti gli errori e gli orrori che si trascina appresso da tempo, lultima vittoria risale al 18 marzo, a Livorno già di Mazzone tanto per intenderci, dopo di che tre pareggi e una sconfitta, quattro espulsi, 1 gol segnato e 3 incassati, più pali e rigori sbagliati dallavversario. Questi sono i segnali di una deriva pericolosa, a cinque giornate dal termine. Il recupero di Del Piero non ha dato risposte interessanti, Ibrahimovic ha provato a reagire a se stesso ma a parte una conclusione dalla distanza non ha mai tirato in porta, cosa che anche laltro uomo di offesa, Pavel Nedved ha mai tentato. Di fronte a una Juventus così debole e soprattutto lenta la Fiorentina si è sistemata in modo disciplinato e soprattutto sulla corsia esterna di destra Jimenez ha portato ansia e palloni, ben coadiuvato da Jorgensen mentre Toni ha aumentato la tensione del rozzo Kovac e di un instabile Thuram, restituito al ruolo di titolare dopo la stramba esclusione di Champions.
Ad avvelenare ulteriormente il corpo già malfermo della Signora ci hanno pensato Vieira, Kovac, Fiore e Toni al secondo minuto della ripresa: il francese è scivolato goffamente sul prato, Fiore ha intuito il movimento di Toni, Kovac ha tentato un off side improbabile e il capocannoniere ha messo in porta il gol numero 27, record della storia fiorentina e prima rete sua realizzata in carriera alla Juventus.
Capello ha pensato di rivoluzionare la squadra richiamando Camoranesi (film già visto e rivisto) e inserendo Mutu, già non pervenuto contro i londinesi dellArsenal ma per aumentare lo sconforto ha richiamato Giannichedda, il migliore, mandando in mischia Blasi. Così facendo lo stratega di Pieris ha cambiato anche le posizioni dei suoi, Nedved a destra (dopo che era stato spostato al centro con Del Piero sullesterno!), Mutu a sinistra, la confusione regnava sovrana quando Del Piero ha acciuffato il pari su assist, tenetevi forte, di Vieira. È sembrato come se la Juventus avesse conquistato la coppa dei Campioni, di questi tempi le basta poco per esaltarsi. Per premio, Capello ha provveduto a togliere di mezzo proprio Del Piero per Zalayeta.
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