Politica

«Topi da supermercato», anche loro puntano ai prodotti di moda

Ieri a Napoli manette ai polsi per una giovane che aveva fatto sparire capi di abbigliamento griffati da un grande magazzino

Nino Materi

Quell’irrefrenabile tentazione di prendere qualcosa e di mettersela in tasca. Senza pagare, ovviamente. Quella che, da piccoli, è una sfida per dimostrarsi coraggiosi con gli amici, da grandi può trasformarsi in una sfida per esorcizzare le proprie insicurezze esistenziali. Paure da adulti che diventano improvvisamente più tollerabili se si riesce a superare indenni le barriere elettroniche antitaccheggio. E così quel bip che non suona, diventa la muta sirena di una coscienza momentaneamente disattivata. Ma può accadere che alla fine dell’«impresa» a riportarci sulla terra sia il rumore metallico delle manette che stringono i polsi, com’è accaduto ieri a una insospettabile studentessa universitaria di Napoli arrestata dai carabinieri dopo avere rubato capi di abbigliamento in un grande magazzino del centro. In una borsa, la giovane aveva nascosto merce per 350 euro: gli indumenti sono stati recuperati e consegnati al direttore del negozio, la donna è stata portata (anzi, «tradotta») nel carcere di Pozzuoli. Fine della storia. Di questa storia. Perché di storie simili sono pieni i brogliacci di polizia e carabinieri che sempre più spesso si trovano di fronte non disperati che «rubano per fame», ma a insospettabili che hanno deciso con scientifica determinazione di «risparmiare» ogni mese qualche centinaio di euro. Con l’alibi del bilancio familiare in rosso basta poco per trasformarsi in clienti «mano lesta»: una busta di Parmigiano, le lamette da barba, qualche prodotto cosmetico (tutta roba facilmente occultabile) ed ecco che l’«offerta speciale» diventa ancora più conveniente, praticamente gratis. L’ideologia della «spesa proletaria» oggi segue un sentiero meno ideologico e più pragmatico: la maggior parte dei prodotti nel carrello si pagano, quindi è come se si avesse «diritto» a un articolo omaggio. Nella maggior parte dei casi i responsabili dei megastore fanno finta di niente. Ma quando si esagera... «In un grande magazzino sono almeno dieci le persone bloccate ogni giorno - spiega il Giovanni Congi, responsabile sicurezza della Rinascente -. Ma anche i taccheggiatori seguono le mode. Un esempio? Ora i ragazzini rubano gli slip colorati che spuntano dai jeans».

Ma il rischio, se scoperti, è di rimanere veramente in mutande.

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